Századok – 1903
Értekezések - ÓVÁRY LIPÓT: Az 1866-iki hadjárat és a magyar emigráczió 16
AZ 1866-IKI IIADJÁKAT ÉS A M AGYAK EMIGRÁCZIÓ. 21 zet. látván Itália közönyösségét, kénytelen legyen elfogadni Ausztria ajánlatait. Egyelőre azonban 200,000 lirát kért. de azonnal, mert »periculum in mora.« Szükséges tehát, írja Jacini. hogy az olasz kormány tegyen valamit a magyar ügy érdekében, s e nézetében Sella minisztertársa is osztozik, mert — úgymond - akár sikerülnek, akár nem a Yelencze békés átengedése iránti alkudozások, sohasem fog ártani, ha Ausztriának zavarokat okozunk.1) Az állítólagos magyar forradalmi bizottsági tag hírével ') Jacini levele Lamarmorához : Torino, 12 febbraio 1865. Signor Generale, E stato da me il conte Csáky, uno degli agenti (lel Comitato centrale ungherese residente a Pest. Egli non è emigrato ma viaggia con passaporto sotto il nome di Lecomte. Mi ha esposto la situazione delle •cose in Ungheria e mentre io aveva fatto orecchie da mercante allorchô Tiirr era venuto a dirmi presso a poco lo stesso, debbo confessarle che l'esposizione del conte Csáky fece su di me molta impressione. L' Austria in questi giorni l'a sforzi inauditi per riconciliarsi con lTngheria. Il comitato résisté meglio che pub, ma, a fronte delle masse che a lungo aDdare incominciano a stancarsi, ha bisogno di poter dire : non perdetevi d.animo, che il governo italiano è sempre con noi. Ma •come poter far credere questo, se il governo italiano non si dà briga alcuna per sostenere con mezzi materiali la organizzazione délia resistenza in un momento cosi supremo '! Per venir alle corte, lo Csáky domanderebbe clie il governo italiano fornisse Lire 200.000, di cni una meta immediatamente, perche vi è péril en la demeure. Il Comitato centrale ungherese potrà cosi raddoppiare di zelo con successo nell'impedire che i presenti tentativi dell' Austria riescano, aiutato, più ancora che dalla entità del dono, dalla qualità del donatore. O l'Austria riuscirà ciîi non ostante, e il governo italiano non darà più un soldo agli Ungheresi ; o l'Austria non riuscirà mercô gli sforzi del Comitato centrale di Pest, e allora noi avremo potuto toccare con inano su quale forza possiamo contare in qualunque eventuality, e venire .ad ultei'iori accordi per l'avvenire. Ho la più profonda convinzione che qualche cosa bisogna ora fare. 11 Sella divide con me questa convinzione. Sia che si prosegua nella politica delle trattative pacifiche per ottenere il Veneto. sia che a tempo debito si adotti la politica délia gnerra, il recare imbarazzi all'Austria gioverà sempre. Una spesa di 200.000 Lire fatta al présente ci pub risparmiare moite decine di milioni neir avvenire. Il rimprovero che ci facessero i nostri successori che non abbiamo fatto di tutto per sventare il pericolo di una riconciliazione doll' Ungheria coll' Austria sarebbe troppo grave ! E se una risoluzione si deve prendere, bisogna prenderla subito. Ed ecco perché ho creduto bene di scriverle come mi detta il sentimento del dovere. Mi creda intanto colla più profonda stima e amicizia devotissimo S. Jacini. Id. m. 218. 1.)