László Szederkényi: La partecipazione dei cristiani alla vita politica nell'epoca precostantiniana - Studia Theologica Budapestinensia 33. (2008)

IV. LA PARTECIPAZIONE DEI CRISTIANI ALLA VITA PUBBLICA DAL II. SECOLO FINO ALL'ETÁ DI COSTANTINO - 3. Il problema del culto pagano

erano liberali in campo religioso. Questa dinastia era afro-orientale, cost appariva il sincretismo nella religiosità dell'impero: accanto agli dèi di Roma e della Grecia, apparivano nuove divinità e nuovi culti provenienti dall'oriente asiatico e dall'occidente africano. Questi nuo­vi dèi erano già conosciuti, ma con il dominio della dinastia severia- na assurgevano ora a dignité nuova. L'elemento unificatore dei nuo­vi culti era il Sole, il dio ehe dominava sugli altri dèi162. Filippo l'Arabo (244-249) continuava la loro politica religiosa ed era abbastanza tollerante. II suo disinteresse e la tiepidezza verso la religione tradizionale erano notati e largamente confermate dalle mo­nete163. Insomma sotto questi imperatori, da un lato la partecipazione dei cristiani alia vita pubblica era più facile, d'altro lato i membri pa­gani delle classi superiori si preoccupavano per il futuro dell'impero, poiché secondo la concezione antica il disinteresse verso la religione tradizionale provoca l'ira degli dei. La decadenza del paganesimo tradizionale mostra ehe già dalla seconda meta dei terzo secolo accade il cambiamento nella vita del­la città: guerre, invasioni dei barbari, difficoltà finanziere, peste e carestie, mancanza di stabilité politica. Inoltre il paganesimo era già abbastanza decaduto. Il culto pagano era costoso e obbligatorio. Gli edifici di culto tendono a decadere e a non poter essere più restau­rati a causa dell'indebolimento dell'importanza delle curie e della loro capacité di finanziamento. Anche gli spettacoli erano molto co- stosi e andavano riducendosi in numero, qualité e diffusione, inol­tre anche 1'approvvigionamento degli animali entrava in difficoltà. La religione civica si spegneva ovvero il connetivo vitale della socié­té greco-romana del secondo e terzo secolo, delle quali fondava l'identité. Gli spettacoli anche se persistevano, perdevano il loro ca- rattere religioso164. Tertulliano serivé nell'Apologeticum delle difficoltà di organizzazione dei culti. Se qualcuno voleva organizzare uno spet- tacolo o un altro tipo di culto pubblico, doveva spendere molto op- pure aveva bisogno di credito165. 162 E. dal Covolo, I Severi e il cristianesimo, in Chiesa e impero. Da Augusto a Giustiniano (a cura di E. dal Covolo e R. Uglione), Biblioteca di Sdenze Religiose 170, Roma, 2001, p. 79. 163 M. Sordi, II cristianesimo e Roma, p. 256. 164 A. Di Berardino, I cristiani e la città antica nell'evoluzione tieI IV secolo, p. 222. 165 Cfr. Apologeticum XXXIX, 15. 40

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