László Szederkényi: La partecipazione dei cristiani alla vita politica nell'epoca precostantiniana - Studia Theologica Budapestinensia 33. (2008)
IV. LA PARTECIPAZIONE DEI CRISTIANI ALLA VITA PUBBLICA DAL II. SECOLO FINO ALL'ETÁ DI COSTANTINO - 3. Il problema del culto pagano
tutti gli dei, che sono tali per natura? Vi si ordina di adorare gli dèi, e gli dèi che tutti conoscono"153. Fin dall'inizio i provvedimenti persecutori sono dettati dalla pre- occupazione di conservare i buoni costumi antichi e di rafforzare la validité della religione pagana dei padri contro la nuova religione. Secondo la concezione pagana l'antichité della religione degli antenati possiede una supériorité nei confronti delle nuove religioni: "una vetus religio non puo essere soppiantata né criticata da una nuova"154. Nella concezione degli imperatori la fonte dei rinnovamento dell'impero era la restaurazione religiosa. In tal modo la vecchia con- vinzione romana della supériorité della religione nazionale e della pericolosité di quelle straniere, si è rafforzata nuovamente sotto Antonino Pio (138-161). L'adesione del suo successore, Marco Aurelio (161-180) alia filoso- fia stoica e la sua fedelté alla religione romana lo spingevano a rifiu- tare con tutte le sue forze il modello religioso ehe ai suoi occhi sem- bravano incarnare i cristiani155. Il cristianesimo rifiutava la religione tradizionale romana, in tal modo appariva anche in Marco Aurelio un giudizio politico negativo verso essi. I barbari continuavano a premere sui confini. In questa situazione drammatica, un gruppo di sudditi, un gruppo purtroppo sempre più numeroso, si sottraeva ai suoi obblighi politici, non participando in alcun modo alia difesa dell'impero. Lo scopo della loro politica era il mantenere la pace dell'impero mediante una sapiente organizzazione militare e a conservare l'unité dell'impero mediante un'efficiente organizzazione am- ministrativa. Certamente essi avevano bisogno dei tradizionalismo religioso per realizzare questo scopo156. II governo di Decio (249-251) puo essere considerato come un grande tentativo di restaurazione religioso-politica dell'impero. Ma le difficolté organizzative e le preoccupazioni politiche impediscono una esecuzione rigorosa del provvedimento di Decio157. La sua politica era determinata dal suo conservatorismo. Con un editto generale, 153 Historia Ecclesiastica Vil, 11, 9. 154 M. Sordi, Il cristianesimo e Roma, Bologna, 1965, p. 339. 155 G. Jossa, I cristiani e l'impero romám cia Tiberio a Marco Aurelio, p. 99. 141. 156 G. Jossa, I cristiani e l'impero romám cia Tiberio a Marco Aurelio, p. 131. 157 G. Jossa, Il cristianesimo antico. Dalle origini al concilio di Nicea, p. 179-180. 38