László Szederkényi: La partecipazione dei cristiani alla vita politica nell'epoca precostantiniana - Studia Theologica Budapestinensia 33. (2008)
IV. LA PARTECIPAZIONE DEI CRISTIANI ALLA VITA PUBBLICA DAL II. SECOLO FINO ALL'ETÁ DI COSTANTINO - 3. Il problema del culto pagano
Gli alti sacerdoti déllé province provenivano dali'ordine dei cava- lieri; nelle città i flamines municipales erano i membri dell'ordine dei decurioni. Quindi il sacerdozio pagano mostra connessione stretta della vita pubblica con quella religiosa124. I sacerdoti romani vengono classificati in tre gruppi: i collegia, i socialitates, ed i sacerdoti singoli. Nel tempo degli imperatori i sodales Augustales, oppure i sodales Flaviales, quindi i sacerdoti dei culto degli imperatori, andavano inseriti in sodales. I tres flamines maiores (flamen Dialis, flamen Martialis e Quirinalis) erano i sacerdoti degli dei singoli125. Inoltre la connessione della vita pubblica e quella religiosa mostra il fatto ehe nei teatri, dove si organizzavano gli spettacoli, tutti ave- vano i loro posti secondo il loro rango sociale. In tal modo i senatori ed i cavalieri avevano posti separati; i posti migliori erano occupati dai senatori, dietro essi sedevano i cavalieri e poi anche ai decurioni spettavano i posti superiori. Anzi anche i sacerdoti dei culto imperiale avevano i loro posti propri nei teatri e nei spettacoli. Quindi la partecipazione al culto pubblico era analoga alla partecipazione alia vita pubblica: la partecipazione dello strato superiore al culto pubblico era degna dei suoi uffici e rango sociale, poiché la vita religiosa e la vita pubblica non erano distinte126. Nell'antichità si possono distinguere vari tipi di pratica religiosa. Possiamo pariare dei culto della famila, ehe era privata e non era ob- bligatoria per gli estranei, soltanto per tutti i soggetti alia patria potestas del paterfamilias. Esisteva la pratica religiosa di un gruppo religioso (culti orientali: Mithra, Iside etc.) che era limitata al gruppo stesso. Inoltre si trattava dei culto proprio di ogni città e della religione uffi- ciale dell'esercito che non era esattamente uguale a quella ufficiale dell'impero. Alcuni culti avevano una vasta diffusione. In realtà tra tanti culti non e'era alcuna concorrenza. L'appartenenza ai più culti era un fenomeno normale; anzi la stessa persona poteva essere sacer124 G. Alfoldy, Storia sociale dell'antica Roma, p. 210. 125 Cfr. K. von Albrecht, Sacerdotes, in KLP IV, coll. 1487-1488. 126 J. Gagé, Les classes sociales dims l'Empire romain, p. 110; p. 120 nota 9. Cfr. J. Gaudmet, Institutions de l’antiquité, p. 537-538. G. Gottlieb, Kaiserpriester, in RACH 19, coll. 1118. 31