Folia Theologica 18. (2007)
Attila Puskás: Il rinnovamento dell'interpretazione trinitaria della creazione nella teologia odierna
196 A. PUSKAS autonomo è pensabile e fondabile solo se la garanzia dell'essere au- tonomo, il dare spazio di esistenza all'altro appartenga eternamente all'essere divino stesso. La teológia trinitaria della creazione richia- ma appunto l'attenzione al fatto ehe l'atto creativo per mezzo del quale si origina il mondo a sé stante, non richiede da Dio un agire totalmente estraneo e nuovo di cui tipo originario, per cosi dire, non ci sarebbe realizzato da sempre nella vita intratrinitaria. II dare spazio di esistenza all'altro appartiene essenzialmente all'amore che in modo perfettissimo si effettua nella vita trinitaria. Se il dire di si all'altro, il dare spazio all'altro caratterizza le relazioni recipro- che delle persone divine, allora l'atto creativo da parte di Dio non è un ritirarsi o un autolimitarsi, bensi l'inizio dell'estensione della di- namica della vita divina, un lasciar partecipare e coinvolgere in essa. La creazione non è una ritirata senza vicinanza. In questa maniera la prospettiva trinitaria della creazione puo correggere ade- guatamente l'idea unilaterale del "zim-zum".27 La teológia trinitaria è in grado di chiarire il fondamento dell'appartenenza di trascendenza e d'immanenza. Greshake sotto- linea che da una parte la diversità-differenza essenziale del mondo da Dio si fonda sulla differenza personale del Figlio dal Padre, d'altra parte l'immanenza del mondo in Dio e viceversa, quella di Dio nel mondo ha la sua base nell'essere personale dello Spirito Santo ehe è il vincolo d'unità tra il Padre e il Figlio. Nel Figlio Dio créa un mondo ehe è essenzialmente differente da Lui, nello Spirito si impegna in questo mondo e ne rimane sopra come Padre. Hans Urs von Balthasar mette in rilievo ancora di più che la differenza essenziale tra Dio e il mondo si fonda sulla differenza reale e personale, polemizzando cosi con il sistema monistico di Hegel e con la sua interpretazione sul mistero trinitario incline al modali27 Polemizzando con l’idea „zim-zum” delPautolimitazione di Dio sottolinea Greshake: „Die Personen in Gott sind also von ihrer innersten Eigenart her so, dass sie Raum ’neben’ sich gewähren. Raumgeben gehört zum Wesen der Liebe: Keine der göttlichen Personen nimmt alles Sein „für sich” in Beschlag, sondern sie empfangen und geben und schaffen so Raum für die anderen. Wenn nun ein solcher ’Raum’ zum Wesen des trinitarischen Gott gehört, muss dieser einen solchen nicht erst durch Riiknahme oder Einschränkung seiner Allmacht bereiten, um der Schöpfung überhaupt einen ’Ort’ der Existenz zuweisen zu können. Ein socher Raum besteht bereits im innertrinitari- schen Lebensvollzug.” GRESHAKE, G., Der dreieine Gott, 232.