Folia Theologica 14. (2003)

Attila Puskás: Argomento in favore dell'esistenza di Dio nella filosofia di Georg Scherer

96 A. PUSKÁS supera l'opposizione fra la ragione teoretica e quella pratica, ossia fra la teória e la prassi, cosi supera anche quella fra l'azione perso­nale e l'agire collettivo17. 2.3 Necessità trascendentale II nostro autore sottolinea ehe l'essere riferito al senso non è de- rivabile dalle situazioni variabili della vita e dalle circostanze empi- riche. Esso precede e condiziona piuttosto ogni situazione della vita umana. L'uomo misura tutto quanto incontra con la misura del sen­so. La significativité dei fatti e degli avvenimenti si fa vedere nella misura in cui essi sono sensati o insensati. Non si tratta qui di un'idea del senso precisamente determinata dal punto di vista del contenuto, di una concezione ben determinata della vita sensata, bens! della tesi formale che l'uomo non puö vivere senza essere de­terminato in certo modo da un senso pragmatico. L'essere riferito al senso è, pereid, annoverato tra le condizioni necessarie ed a priori per mezzo di cui le situazioni della vita umana in quanto tali vengo- no costituite. Non ci si puè sottrare all'esigenza del senso nemmeno se si crede di non poter o non dover sperare in nessun senso. Una taie affermazione puô essere fatta solo da un essere (rassegnato, di- sperato, deluso) che originariamente e in genere viene determinato dall'essere riferito al senso. Chi asserisce che tutto sia insensato o ehe la vita umana sia insensata, nella sua affermazione è già deter­minato dal sapere del senso e dal volere che la vita umana debba avere senso. Il fatto che trattiamo i diversi esseri in base al loro pos­sibile senso, ehe vogliamo avere un'esistenza sensata non è inter­pretabile sulla base di qualcosa d'empirico. L'essere riferito dell'uomo al senso è un principio inderivabile, un fenomeno origi­nario (Urphänomen) la cui necessità è inevitabile e non puô più es­sere messa in questione. Non è possibile, per noi, farci domande sul nostro essere riferito al senso se non in virtù di questo essere riferi­to al senso stesso. Se cerchiamo, infatti, di considerare il perché, sia- mo già riferiti al senso. Il pensare si esegue sulla base dell'essere ri­ferito al senso, in quanto dobbiamo ritenere sensato il pensare come tale18. 17 Cf. SCHERER, Verlust des Subjektes, 211. 18 Cf. SCHERER, Zukunft und Eschaton, 34-35.

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