Folia Theologica 14. (2003)

Katalin Hársfai: Analisi degli elementi principali che configurano la struttura della etica cristiana secondo Agostino nell 'De Moribus'

LA BEATITUDINE FINE DELLA VITA MORALE 35 risiede nel Supremo Bene cioè in Dio. Ma, nello stesso tempo, Tidea di Agostino sulla beatitudine è cristiana, perché Dio è raggiungibile per noi mediante l'amore, e solo mediante Tamore. In questo modo possiamo possederlo, e non possiamo perderlo contro la nostra vo- lontà. E' Tamore con il quale si risolve il problema antico dibattuto della felicità, e lo consegna un carattere originale e cristiane all'idea di felicità. Nella dottrina agostiniana viene mostrato che per l'uomo non esiste altra via, per raggiungere la beatitudine öltre alla via dell'amore di Dio. L'amore di Dio è il precetto ehe esisteva già nelTAntico Testamento. Contro la negazione dei Manichei, Agosti­no farà infatti vedere, ehe ci sono i passi non solo nel Nuovo Testa­mento, ma anche nelT Antico Testamento dove viene enunciato que­sto precetto18. Mediante la via della ragione si arriva alla medesima conclusione, della via delTautorità della Bibbia: Dio è il Supremo Bene delTuomo a cui dobbiamo tendere con il più grande amore. Lui formula quest'idea corne il principio di tutta la moralità19. La somiglianza tra le varie posizioni filosofiche antiche circa la beatitudine è grande. La maggioranza delle correnti filosofici conce- piscono la felicità corne una partecipazione ad un Assoluto median­te un'ascesi. Öltre la somiglianza tra le dottrine antiche esistono le differenze diverse. Socrate definisce la morale cosî Tarte di prepara- zione ad un Assoluto un'ascesa mai compiuta, ehe non raggiunge mai il suo limite. Gli stoici limitano la felicità solo alTanima. L'ascesi epicurea anche eleva gli uomini al rango dei ma la felicità viene 18 TH.DEMAN, Héritage, cit., p. 720: “La negation manichéenne invita saint Augustin à signaler pésente dans l’Ancien Testament la doettrine qi’il vien de montrer dans le Nouveau: comme ces adversaires ont été cause ci - dessus qu’il mit en oeuvre la raison au service d’une morale chrétienne, ils le provoquent maintenant à explorer les donnes de l’Ecriture toute entière en faveur de Tattachment supreme à Dieu, d’où suit la vie bonne.” 19 Ibidem, p. 720: “L’autorité et la raison se sont conjuguées pour nous l’apprendere. Le principe est acquis d’où procédera toute la morale : “Non arbitrior cum de moribus et vita fit questio amplius esse requirendum quod sit hominis summum bonum, quo referenda sunt omnia. Id enim esse patuit, et ratione quantum valuimus et ea quae nostrae rationi antecellit auctoritate divina, nihil aliud quam ipsum Deum. Nam quid erit aliud optimum hominis, nisi cui inhaerere est beatissimum? Id autem est solus Deus, cui haerere certe non valemus nisi dilectione, amore, caritate" (XIV, 24, P.L.32, 1321-1322).

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