Folia Theologica 14. (2003)

Katalin Hársfai: Analisi degli elementi principali che configurano la struttura della etica cristiana secondo Agostino nell 'De Moribus'

FOLIA THEOLOGICA 14 (2003) 31 Katalin HÁRSFAI ANALISI DEGLI ELEMENTI PRINCIPALI CHE CONFIGURANO LA STRUTTURA DELLA ETICA CRISTIANA SECONDO AGOSTINO NELL 'DE MORIBUS' 1. La beatitudine fine della vita morale e criterio di moralité La beatitudine è uno dei temi centrali dei De moribus1. NelTinsegnamento morale agostiniano la beatitudine viene presen- tata come il fine della vita cristiana. Lui mostra in cosa consiste la beatitudine, partendo dal desiderio universale di essere felici e arri- vando al contenuto cristiano della medesima. Agostino dopo aver affermato la priorité della autorité (fede) sopra la ragione, iniziando ad esaminare la vita e la morale della Chiesa Cattolica, ritorna alla via della ragione, per unire in virtù ai manichei adeguandosi al loro metodo che pure giudica insufficente2. In questo modo, vuole mo- strare agli adversi che la stessa via ragionale, sarebbe incompleta, tuttavia conferma quanto più chiaramente evidentemente sostiene la rivelazione centrata nella Scrittura insegnata nella Chiesa. Agostino partendo dalTassioma eudemonistico secondo il quale: "Beate certe omnes vivere volumus"3, inizia a trattare della questione della félicité. Che cosa rende felice l'uomo? Secondo la risposta ago- stiniana, la nostra félicité dipende dal fatto ehe possiamo o meno possedere e godere ciô ehe è il supremo bene per l'uomo4. AlTinizio della costruzione della sua etica Agostino mette la questione: come bisogna vivere, cosi come posso essere felice? Per dare la risposta 1 Vogliamo notare che Agostino ha iniziato ad elaborare il concetto cristiano della félicita non nel De moribus, ma già nei libri filosofici scritti a Cassiciaco e soprattutto nel De beata vita. Vedi: De beata vita, 2,10; 2,11; 2,14; 3,19 ; 4,23; 4,24; 4,34. 2 De moribus 1,2,3. 3 Ibidem 1,3,4. 4 Ibidem, 1,3,4: “...ubi beata inveniri queat, cum id quod est hominis optimum, et amatur et habeatur”.

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