Folia Theologica 14. (2003)

Anton Fabian: Perché questo articolo sull'omelia e sulla narrazione?

26 A. FABIAN ova: quella pasquale. E nello stesso tempo rivive l'esperienza di quella comunità credente che animata dallo Spirito Santo, e sotto la guida degli apostoli, riflette, médita, riattualizza, rinnova in sé, per la sua esistenza, l'evento attraverso la fede, il culto, la predicazione. Anche la celebrazione è un memoriale narrativo, un evento reale espresso in forma di racconto rituale. La Chiesa, narrando, evoca la realtà divina, la promessa della salvezza, e mette l'uomo in comu- nione con essa, lo coinvolge, lo rende partecipe. Questa narrazione liturgica è un atto ineguagliabile. Il compito, dunque, dell'omileta non è quello di elaborare un di­scorso solo razionale quanto piuttosto quello di evidenziare le veri- tà umane e divine profonde attraverso la narrazione. Proprio in questo risiede la specificità della narrazione omiletica. Una dottrina filosofica o teologica si allontana troppo facilmente dallo sfondo dell'esperienza. Nella sua forma esclusivamente razionale l'omelia resta sempre esposta al pericolo di degenerare in una dottrina astratta, in un sistema di coercizione eteronoma. La verità evangeli- ca, invece, è un invito a compiere insieme un percorso, a "condivi- dere la mensa" con "pubblicani" e "peccatori" (Mc 2, 16), per mezzo di parole che uniscono e impegnano. La narrazione, come modello di comunicazione, di interpreta- zione e rappresentazione della realtà, non in termini di esattezza formale, di distanza oggettivante, ma in termini di coinvolgimento personale, sembra l'opzione più sicura. Essa si attua infatti nel cam­po dei rapporti tra gli uomini, il cui processo conoscitivo si compie attraverso l'apertura, la fiducia, l'impegno. Essa non è formalizzan- te, astratta, ma è vissuta, legata alle situazioni concrete, storiche, in- dividuali. Dovunque vi sia qualcuno che racconta, là nasce una si- tuazione che unisce. Quanto vale in genere per la globalità dell'esperienza e dei rapporti umani, a maggior ragione vale per l'omelia. Lo scrittore Antoine de Saint-Exupéry ci offre in proposito una bellissima pagina a cui női facciamo riferimento. "Se comunico ai miéi uomini l'amore della rótta sui mare in modo che ognuno sia attratto da una forza interiore, allora li vedrai ben presto differenziarsi secondo le loro infinite qualité particolari. Il taie tesserà déllé tele, tal altro abbatterà l'albero nella foresta con la sua tagliante scure, tal altro ancora fucinerà dei chiodi e in quai-

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