Folia Theologica 8. (1997)

József Török: Storia della liturgia medievale dell'Ungheria

152 J. TÖRÖK Ungheria dalla seconda ondata dei missionari e la festa conosciuta qua e là fu diffusa dal sinodo a tutta la chiesa ungherese39. Il sinodo di Eszter­gom si era riunito pure attorno all’anno 1100. Öltre alle sue disposizioni di materia disciplinare sono state prese decisioni riguardanti il lavoro pastorale. Subito al no. 2 si provvede: “Ogni domenica nelle chiese maggiori la gente reciti il Vangeléo, le lettere apostoliche e il simbolo, nelle chiese minori il simbolo e la preghiera del Signore”. Nelle chiese dei villaggi quindi erano spiegate le veritá basilari, mentre in quelle déllé cittá, dei monasteri e dei vescovadi le pericope previste dall’ordine liturgico di settimana in settimana. La legge seguente prescrive per i fedeli tre comunioni annuali (Natale, Pasqua e Pentecoste), ma prima della comunione bisogna usare la penitenza; i chierici devono comunicarsi in ogni festa maggiore. Questo allude al fatto ehe accanto ai presbiteri ci saranno stati numerosi chierici ordinati agli ordinoi minori che pure svolgevano un servizio liturgico. Il primo cosciente regolamento liturgico dell’Ungheria risale proprio a quest’epoca, perché vi si riferiscono due délibéré: “I riti ed i digiuni siano osservati da tutti secondo il libretto da női approvato”. E questa: “Niente deve essere letta o cantata nelle chiese solo quel che è stato approvato dal sinodo”. “Il libretto” apparteneva al tipo ordinarium che conteneva brevi prescrizioni, F incipit dei testi liturgici sia per le santé messe sia la litur­gia delle ore. Il regolamento comunque non voleva dire una* stand- ardizzazione. Purtroppo “il libretto” o copia di esso non ci è pervenuto. Dall’ultima disposizione se percepisce ancora un certo libero flusso delle opere ed abitudini liturgiche dall’estero al paese e alFinterno del paese da una chiesa al 1 ’altra. Le chiese regionali cercavano di dare un alveo a questo fenomeno usando l’autorità, in questo caso dei provvedimenti sinodali40. Nel nuovo regolamento liturgico e nella costituzione del culto di San Ladislao, una parte decisiva spettava durante il dominio di Béla III al ceto chierici di una cultura nuova. II Sacramentarium rimastoci di quest’epoca nel codice Pray, ciononostante non rispecchia la nuova situazione — eccezion fatta per le preghiere a San Ladislao —, perché esso fu copiato con ogni probabilité tra gli anni 1192-1195 da parte dei monaci di Jánosi che seguivano la regola benedettina, da un codice 39 Szöveggyűjtemény..., o.c. p. 56. 40 Szöveggyűjtemény..., o.c. pp. 59-67.

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