Folia Theologica 8. (1997)

József Török: Storia della liturgia medievale dell'Ungheria

LITURGIA MEDIEVALE 151 chiesa dei pubblici penitenti35 che dal secolo XII in poi, partendo Roma progressivamente viene emarginato dalla liturgia. Tali elementi erano pure l’ordinamento sinodale da considerarsi arcaico36 37 e Vexcommunicatio degli infedeli che pure testimoniano una vita liturgica ben organizzata. In riferimento ai riti ehe sembrano ormai arcaiéi vale la pena menzionare un frammento del sacramentarium dell’inizio del secolo XI ehe confie ne il ri to dell’Expositio evengeliorum del mercoledi susseguente alia domenica Laetare31. Questo rito era stato una rarità anche durante il primo millennio, nell’ambito dei quale i battesimandi dei Sabato Santo vennero solennemente consegnati quattro Vangeli perché lo leggessero. Ciononostante è possibile che anche una nostra cattedrale medievale conoscesse e praticasse questa abitudine. San Ladislao, Vatletha patriae è il secondo organizzatore della Chiesa ungherese, lo rispecchia il sinodo di Szabolcs del 1092, diverse leggi del quale si riferiscono direttamente o indirettamente alla vita liturgica, corne la ricostruzione delle chiese demolite o incendiate, o la solennità della domenica. Il sinodo provvedeva al festeggiamento delle vigilie (7 in tutto) e delle festività (28 in tutto)38. Delle solennità ecclesiali fereo parte nella liturgia delle ore gli uffici propri, nelle messe le preghiere, le sequenze ed i tropi propri. Anche la legislazione degli anni successivi hanno riferimenti liturgici. Attorno all’anno 1100 infatti, il re Kálmán nel suo Codice I dispose ehe le messe potevano essere celebrate solo in luoghi consacrati, ordinö ehe nessuno abusasse delle reliquie, ehe tutti osservassero i quattro periodi di digiuno, ehe i seppellimenti avvenissero attorno aile chiese e “ehe la festa della Trinità fosse celebrata dopo l’ottava di Pentecoste”. Quest’ultima festa vede la sua diffusione in Europa proprio in questo periodo, ma non da Roma, siccome la Curia Pontificia la prescisse come obbligatoria solo a partire dal 1334. Dall’Occidente fu importata in 35 JÁVOR, E., Hét kéziratos pozsonyi missale a Nemzeti Múzeumban (Sette messali manoscritli di Prés burgo al Museo Nazionale). Budapest, 1942, pp. 44-47. 36 Ci6 segue il rito della chiesa di Aquileia, cf. DE RUBEIS. De sacris Forojulensium ritibus. Venetiis, 1754, p. 245.; G. MORIN, Manuscrits hongrois des XIe et XIf siècles. In: Jahrbuch für Liturgiewissenschaft. Münster 6, 55. 37 MEZEY, Fragmenta..., o.c., U.Fr.I.m. 151; E MARTÈNE, De antiquis ecl. ritibus, I., pp. 105-107, cf. A. G. MARTIMORT, La documentation liturgique de Dom Edmond Martiéne. Vatican, 1978, p. 165. 38 Szöveggyűjtemény..., o.c. pp. 43-44.

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