Folia Theologica 7. (1996)

Péter Szabó: Opinioni sulla natura delle "chiese sui iuris" nella canonistica odierna

CHIESE SUI IURIS 241 i principi dell’interpretazione del CCEO, e più in generale la dichiarazi- one ehe la nuova codificazione va conisderata corne il ristabilimento dell’ordinamento giuridico del primo millenio, sembra ehe non rimanga- no argomenti ragionevoli per la negazione di cio.21 3. La Chiesa «sui iuris» comparata all’«unica Chiesa di Cristo» è cer- tamente una realtà secondaria, in quanto è una (e sicuramente non quella più importante) delle forme possibili nelle quali “s’incarna” Tunica Chi­esa. Nello stesso tempo perö, sotto questo aspetto anche la Chiesa parti- colare, o quella universale, puo ritenersi “accidentale”, e cioè un possibile aspetto di una realtà fondamentalmente unica. Questa realtà è la Chiesa stessa corne soggetto, una e sempre la stessa nei suoi elementi es- senziali, e solo ulteriormente (quale elemento accidentale) viene specifi­cata come locale, particolare oppure universale.22 Infatti, anche la Chiesa patriarcale (e pure le altre Chiese «sui iuris») possono essere considerate «Ecclesiae» in senso teologico, in quanto “una porzione di popolo di Dio è da considerarsi come Chiesa quando è formata ad imagine della Chiesa uni­versale, cioè quando in essa si trovano tutti gli elementi essenziali alia natu­ra stessa della Chiesa e qualche elemento di specificazione, come una particolare porzione di popolo di Dio, il rito, il territorio, gli organi di gover- no”.23 Come lo stesso autore afferma, i differenti aspetti delTunica Chie­sa di Cristo (ehe di fatto si présenta come particolare, «sui iuris», o universale) sono specificati da due elementi. II primo è la porzione del popolo di Dio, mentre il secondo è un organo di governo (il quale ultimo in sè stesso è essenziale alia natura della Chiesa, ma alio stesso tempo anche un elemento accidentale di specificazione). Vale a dire, una Chiesa — supponendo ehe tutti gli elementi essenziali24 siano presenti — è quel­21 Questa affermazione per niente va confuso con un voto favorevole per il classico modello ecclesiologico della pentarchia. Al contrario, dato la stretta connessione di questo modello con teorie politiche sembra ehe il pentarchia storico non sia punto di partenza conveniente per una riflessione ecclesio- logica moderna. 22 GHIRLANDA, G., "Chiesa universale, particolare e locale nel Vaticano II e nel nuovo Codice di diritto canonico", in Vaticano II: bilancio, op. cit., E, 849. 23 Op. ult. cit., 852. 24 Questi elementi — i quali non mutano se si considera i differenti livelli di Chi­esa — sono i seguenti: popolo di Dio (costruito attraverso il battesimo), un'or- ganica differenziazione dei fedeli per i diversi doni gerarchici e carismatici, l'accettazione di tutto Tordinamento della Chiesa visibile e di tutti i mezzi di salvezza in essa istituiti, Tunione con Cristo nella Chiesa visibile: credo, sacra­menti, governo e comunione dei Romano Pontefice e i vescovi; cfr.: GHIR­LANDA, G., "Comunione ecclesiale", 211.

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