Folia Theologica 6. (1995)
Mihály Szentmártoni S.J.: La confessione
186 M. SZENTMÁRTONI di una educazione sbagliata. Ma la parte del direttore spirituale sarà non menő importante. Benché non sia di nostra pertinenza cio che concerne il suo lavoro strettamente morale, esso présenta degli aspetti psicologici più generali. È necessario che il direttore spirituale abbia, nei confronti di un soggetto “scrupoloso” un atteggiamento molto comprensivo, buono e insieme molto fermo; mancando uno di questi termini, la cura sarà impossibile. Discutere col paziente sulla realtà o inanità dei suoi timori non ha senso, giacché precisamente la sua agitazione mentale è caratterizzata dali’impossibilité di essere convinto una buona volta e di attenersi a questa convinzione. I principi del trattamento riguardano la confessione e la vita spirituale in generale. Due punti esigono di essere precisati: quello della confessione e quello della comunione. Alla luce di ciè ehe si sa, si puo concludere che non si deve mai privare il malato dei sacramenti senza ragione grave. Sarebbe altrettanto erroneo dispensare completamente lo scrupoloso dalla confessione col pretesto ehe egli è irresponsabile, e proporre la comunione frequente senza confessione, come rimedio spirituale a questa malattia dell’anima. Se questo modo di fare non aumenta in realtà gli scrupoli — non li fa d’altra parte diminuire — rischia, pero, di mettere lo scrupoloso in un sentímento di irresponsabilità ehe oltrepassa il campo nel quale regna lo scrupolo e di incitarlo a dispensarsi dagli sforzi in altri campi nei quali la sua responsabilità è tuttavia rimasta intatta. La cosa più saggia è mantenere delle confessioni a intervalli regolari, rifiutando di lasciarsi trascinare nel campo ossessionale18 e indirizzando lo sforzo ascetico su altri punti; per esempio si domanderà allô scrupoloso di compiere degli atti di carità effettiva prima di ogni comunione. In tal modo questi soggetti potranno compiere dei progressi a un tempo psicologici e spirituali, la loro vita interiore non avrà più come centro l’ossessione, ma delle realtà positive.19 18 Essendo la preponderanza dello spirito legalista la causa fondamentale dello scrupolo, lo scrupoloso chiede al sacerdote di confessarsi spesso per cancellare le colpe eventuali della sua azione o le impurità della sua intenzione. Il confessore deve capire che, se asseconda questo desiderio, non fa altro che rafforzare la tendenza legalista ed estrinsecista del soggetto. Fará bene, qu- indi, anche a prezzo di provocarne una reazione di scontento, a sollecitarlo alia fiducia totale in Dio, senza presentarsi al gioco delle confessorii frequenti e tanto menő delle confessioni generali. 19 Cf. BIOT R., GALIMARD B., Guida medica delle vocazioni sacerdotali e religiose, Vita e Pensiero, Bergamo 1952, pp. 224-230.