Folia Theologica 6. (1995)

Mihály Szentmártoni S.J.: La confessione

LA CONFESSIONE 179 Infine vi è anche la dimensione del “peccato strutturale” cosî come per esempio è espressa in 2Sam, 11-12, nell’episodio di Davide e Betsabea in cui il peccato è visto anche nella sua dimensione sociale. Infatti, viene compreso e percepito da Davide gradatamente, prima a livello pubblico, attraverso la sua reazione di giusto giudice riguardo al racconto dei próféta Natan, a livello privato quando prende consapevolezza ehe il “cattivo re” è proprio lui e a livello intimo con la richiesta a Dio di perdono cosî come ci viene tramandata nel Salmo “Miserere”.7 L’esperienza del peccato si puö e si deve quindi analizzare anche attraverso queste tre dimensioni. Quando qualcuno offende un altro e ne terne le conseguenze, per es. di perdere la sua benevolenza, o magari il lavoro, perché si tratta dei suo superiore, è una esperienza dei peccato a livello pubblico. Il pentimento qui spesso si confonde con la paura déllé conseguenze. Nella seconda dimensione, quella privata, il peccato si présenta come atto contro lo scopo finale della vita o contro i propri ideali. II pentimento si sperimenta molto spesso come vergogna di aver mancato a ideali prefissi, o come rabbia contro se stessi per 1’impotenza di realizzare i propri progetti. Infine nella terza dimensione, il peccato si sperimenta come un unico atto contro la propria destinazione fondamentale come creatura, cioè sempre in relazione con Dio Creatore. Il pentimento qui si sperimenta come dolore per aver offeso una persona amata. Dato ehe il concetto di peccato è il concetto chiave della confessione, occorre esaminarlo con qualche dettaglio. Peccato e colpa II peccato è fondamentalmente un concetto religioso perché ha come fondamento la nostra relazione di creature verso Dio Creatore.8 Purtroppo, sembra che proprio oggi questa nozione del peccato sia stata 7 Suile "strutture di peccato" Cf. anche Giovanni Paolo II, Sollecitudo rei soci­alis, 36-40; - Moser A., "Pecado estructural", in Nuevo diccionario de teológia moral, Paulinas, Madrid 1992. 8 Cf. GS 13: "Spesso, rifiutando di conoscere Dio quale suo principio, l'uomo ha infranto il debito ordine in rapporto al suo ultimo fine, e al tempo stesso tutto il suo orientamento sia verso se stesso, sia verso gli altri uomini e ver­so tutte le cose create."

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