Folia Theologica 4. (1993)
János Sánta: Feuerbach come "rifondatore" del cristianesimo
50 J. SÁNTA periodo, mentre qui si trattava solo dell‘„Essenza della religione”. Perö, se si accetta il fatto che questo scritto è la prima pubblicazione della visione naturalistica, e in tal modo influisce e determina notevolmente il successivo corso del periodo, e ehe il „Principi della filosofia delPavve- nire”, la „Magna Charta” del rinnovamento della religione (cristiana), rimane sostanzialmente valida, si potrà pure affermare ehe si tratta non solo della valutazione dell‘„Essenza della religione”, ma anche di quella dei periodo, nella sua intégralité. Feuerbach, in „Essenza del Cristianesimo”, parla degli attributi di Dio, ehe provengono dalla fantasia e dal sentimento delPuomo, anche in senso politeistico. In „Essenza della religione” si restringe il circolo e si dice che i sentimenti e la fantasia, nel loro volere di potenza, creano solo la religione „spirituale”, il monoteismo. La forma più originale era la religione naturale, il politeismo, nata nelPuomo tramite 1‘esperienza di dipen- denza dagli elementi vitali della natura. (Sia nella vita dei singoli uomini ehe nella storia delPumanità, il processo dal politeismo verso il monoteismo è notevole.) Perö, sempre entro la natura, e cosi in un modo giusto, si deve andare dalPadorazione della divinité della natura verso la cultura e la civillé. Gli elementi della cultura saranno organizzati dalla filosofia, da quella scienza in cui sáré „ridotto e conservato” ogni tipo di religione, e in cui sáré ricostruita Pannonia tra i sensi e la ragione, riscoprendo cosi la vérité.73 L‘„Essenza della religione” testimonia della nuova scoperta feuerbachia- na della dipendenza umana dalla natura, e della situazione minacciata delPumanité divinizzata nel periodo antropocentrico. Come si puö allora conservare il ruolo divino delPumanité? La soluzione sta, secondo Feuerbach, non nello svalutare Pumanité, ma solo nel renderla finita ed enfatiz- zando questa finitudine, corne se fosse il carattere divino. Egli fa tutto ciô per mantenere la divinité della natura. In altre parole, qui si tratta della divinité assoluta della natura e di quella relativa delPumanité. La natura, come spazio vitale delPuomo, puö essere divinizzata solo se ritenuta santa, cioè „teoricamente intoccabile”, in tutte le sue parti, nella loro irregolarité e illogicité (e se considerata santa anche nel suo modo di conoscere, cioè nella globalité dei sensi quotidiani). Tuttavia, divinizzare i sensi naturali, e la realté sensibile équivale a divinizzare la materia. In 73 Cfr. ASCHERI Carlo — CESA Claudio, Essenza della religione — Universale Laterza 600 (FEUERBACH), Introduzione e traduzione italiana (Bari 1985) 24-26.