Folia Theologica et Canonica 10. 32/24 (2021)

Ius canonicum

SFIDE ODI ERN E AL SERVIZIO DELL’AUTORITÄ NELLA VITA RELIGIOSA. .91 ogni caso, qualunque sia la decisione finale” (SAO 20e). Inoltre, “é necessario distinguere tra il processo per elaborare una decisione (decision-making) attra­­verso un lavoro comune di discemimento, consultazione e cooperazione, e la presa di decisione pastorale (decision-taking) che compete aH’autoritá” (SVMC 69), come a un superiore religioso (VFC 50c). Cosi, alia fine dei dia­logo e dei discemimento comunitario, tutti dovrebbero riconoscere l’autoritá dei superiori “di decidere e di comandare ciö ehe va fatto” (can. 618). Infine, bisogna rendersi conto che “nel contesto in cui viviamo la stessa terminológia superiori e sudditi non é piti adeguata. Ciö che funzionava in un contesto relazionale di tipo piramidale e autoritario non é piü né desiderabile né vivibile nella sensibilitá di comunione del nostro modo di sentirci e volerci Chiesa” (PVN 24; 42). Pertanto, ogni sforzo dovrebbe essere fatto per correg­­gere queste “terminologie” attraverso adattamenti carismatici adeguati secon­­do i tempi modemi. Dunque, il passaggio dal modello classico della “autoritá privata” al nuovo modello di “autoritá spirituale” ha chiaramente avallato 1’idea ehe il “compito prioritario (dei superiore) sará dunque 1’animazione spi­rituale, comunitaria ed apostolica della sua comunitá” (VFC 50a). 2. Dal “potere verticale” all’autoritá “collaborativa” Le implicazioni istituzionali della vecchia visione di “autoritá privata” posso­­no essere viste nell’esercizio di un “potere verticale”, ehe tende “ad un accen­­tramento verticistico nell’esercizio deH’autoritá, sia a livello locale ehe piu in alto” (PVN 19) o “il persistente accentramento dei potere decisionale” (PVN22).13 Innanzitutto, il “potere verticale” utilizza una sorta di “interventi­­smo” immediato, in modo tale ehe “si confondono i livelli generale, provincia­le e locale”, non lasciando “spazi di giusta autonómia” aH’autoritá di livello inferiore per decidere o agire (PVN 19). In secondo luogo, il “potere verticale” ignora o addirittura ostacola la collaborazione attiva dei rispettivi consigli, insistendo “sui carattere personale della loro autoritá” dei superiori e centra­­lizzando il govemo nelle mani soltanto dei superiore (PVN 19)! Tale “potere verticale” incoraggia l’abuso e la parzialitá nelle nomine o nelle elezioni di coloro ehe sono nelTautoritá14 (PVN 51, 53), ottenendo voti 13 Ciö si puö vedere chiaramente in vari casi di interferenze o annullamento delle decisioni dei superiori di “rango inferiore” o di fare consultazione “fasulle” per nominare i superiori o di manipolazione delle norme o delle procedure elettorali, come aveva notato il Card. Joao Braz de Aviz. Cf. Wooden, C., Abuse happens within women ’s orders too, Cardinal says, in Catholic- Philly (January 24th 2020), in https://catholicphilly.com/2020/01/news/world-news/abuse-hap­­pens-within-womens-orders-too-cardinal-says/ (visto il 05 novembre 2020). 14 “Diamo qualche esempio di situazioni problematiche (per eleggere o nominare superiori): sog­­getti idonei, ma non ancora sufficientemente preparati o prematuramente candidati; religiosi

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