Folia Theologica et Canonica 9. 31/23 (2020)
Sacra theologia
UNIVERSALISMO CATTOLICO E PARTICOLARISMO NAZIONALE IN UNGHERIA... 47 un concordato, o almeno formato un modus vivendi con tutti gli stati successori della Monarchia Austro-Ungarica. II. SlSTEMAZIONE DELLE DIOCESI Gli interessi degli stati successori della Monarchia e gli interessi dei cattolici viventi nei nuovi stati, accanto ad altre cause puramente importanti come quelle patrimoniali, si scontravano in due questioni contemporaneamente simboliche e pratiche: in quella del cambiamento dei confini delle diocesi tagliate in due dalle nuove frontiere statali e in quella del govemo delle diocesi e parti di diocesi venute a far parte nei nuovi stati. Le diocesi di rito latino del Regno d’Ungheria nei nuovo ordinamento dell’Europa Centro-Orientale potevano avere quattro sorti diverse. Possiamo porre nei primo caso le diocesi che sono finite interamente al di fuori dei confini deirUngheria: i vecovadi di Nyitra (Nitra), di Besztercebánya (Banska Bystrica) e Szepes (Spis) divennero parte della Cecoslovacchia, mentre la diocesi di Gyulafehérvár (Alba Iulia) in Transilvania, appartenne ormai alia Romania. AI secondo gruppo appartenevano le diocesi la cui sede vescovile e parte maggiore dei loro territorio giacque nei territorio dei nuovi stati, ma una parte minore delle loro parrocchie rimase nei territorio dell’Ungheria. Nei caso della Cecoslovacchia tali furono le diocesi di Kassa (Kosice) e Rozsnyó (Roznava), mentre la stessa sorte toccö in Romania alle diocesi di rito latino di Szatmár (Satu Maré), Csanád e Nagyvárad (Oradea). La terza categoria delle diocesi del Regno d’Ungheria fu formata da quei vescovadi ed arcivescovadi le cui sedi vescovili rimasero in Ungheria, perö gran parte del loro territorio venne a far parte degli altri stati. In questo gruppo le diocesi di Győr, Szombathely e Pécs perdettero solo una piccola parte delle loro parrocchie, dove per giunta, anche la proporzione dei fedeli ungheresi era modesta, dall’arcidiocesi di Kalocsa e soprattutto dall’arcidiocesi di Esztergom vennero tolte, a causa dei nuovi confini statali, gran parte delle parrocchie, spesso di maggioranza ungherese. Come conseguenza di tutto questo vi furono solo quattro diocesi di rito latino (Székesfehérvár, Veszprém, Vác e Eger) a rimanere intatte nei territorio d’Ungheria.21 21 Cfr. Istruzioni per Lorenzo Schioppa, nunzio apostolico in Ungheria. Vaticano, agosto 1920. Pubblicato da: Mrkonjic, T., Archivio, 275-216. Non trattiamo qua la causa delle diocesi greco cattoliche, tra le quali fu particolarmente complicata soprattutto la situazione della diocesi di Hajdúdorog creata nel 1912. V. su questo: Tóth, K., Instructions, 111-117. Végsheő, T., I rapporti tra la Sede Apostolica e la Chiesa greco-cattolica ungherese nel periodo interbellico, in Fejérdy, A. (a cura di), Rapporti diplomádéi tra la Santa Sede e l 'Ungheria (1920-2015), Cittá del Vaticano 2016. 195-225.