Folia Theologica et Canonica 9. 31/23 (2020)

Sacra theologia

46 ANDRÁS FEJÉRDY tempo i cattolici ungheresi e slovacchi erano parimente fedeli a Roma e difen­­devano in maniera impegnata i diritti della chiesa contro gli attacchi del gover­­no anticlericale di Praga. La situazione complessa viene ben caratterizzata dal fatto ehe il cardinal János Csemoch, arcivescovo di Esztergom, difensore in­trepido della causa ungherese non esitö a confermare, rispondendo alia do­manda ehe gli fu posta da parte dei nunzio di Vienna circa la persona adatta all’ufficio di vescovo, che Andrej Hlinka, faro degli interessi nazionali slovac­chi, era un sacerdote zelante ehe difendeva gli interessi dei cattolici, e come tale era adatto a diventare vescovo.'8 Con tutto ciö Csemoch fece di tutto per ostacolare la riorganizzazione delle diocesi, tagliate in due dai nuovi confini di stato, nel modo in cui i sacerdoti slovacchi proponevano. L’accomodazione della sorte dei cattolici viventi negli stati successori della Monarchia Austro-Ungarica era in ultima analisi nelle mani della Santa Sede. Dal punto di vista di Roma gli interessi della chiesa cattolica avrebbero potuto essere tutelati nel miglior modo dal mantenimento della duplice monarchia di maggioranza cattolica e sotto la direzione di un sovrano cattolico, perciö la Santa Sede condusse una politica fino all’ottobre dei 1918 in difesa dell’esi­­stenza della Monarchia Austro-Ungarica e cereo di frenare le tendenze na­­zionalistiche ehe avrebbero generato conflitti ulteriori. Comunque, dopo ehe EAmerica ha respinto la proposta di firmare una pace separata con la Monar­chia, la Santa Sede prese atto dello status quo e seguendo le tradizioni prag­­matiche della diplomazia vaticana, e tra le nuove circostanze cereo di assicu­­rare ai cattolici dei nuovi stati nel modo piu integrale le condizioni per poter praticare la propria fede.18 19 II segretario di stato cardinal, Pietro Gasparri giá il 29 ottobre dei 1918 mandö un’istruzione al nunzio di Vienna, Teodoro Valfré di Bonzo ehe specificava: la Santa Sede desiderava “entrare in rapporto ami­­chevole coi nuovi Stati riconosciuti dali’Imperatore e dall’Intesa” ed intende­­va entrare in rapporto con i vescovi, con speciale riguardo a quelli ungheresi.20 L’azione della Santa Sede era guidata dal principio dell’universalitá della chiesa cattolica, ma per considerazioni di ordine pastorale si dimostrava di­sponible a dei compromessi di fronte ai particolarismi nazionali. Per concor­dare questi due punti di vista, a volte in contrasto tra di loro, ha svolto delle trattative e degli accordi bilaterali, o a volte multilateral!, cosi la politica rela­tiva alia zona mitteleuropea della Santa Sede nel periodo tra le due guerre mondiali si inseriva organicamente nella nuova politica concordataria di Be­nedetto XV e di Pio XL Ad eccezione dell’Ungheria la Santa Sede ha stipulato 18 Micara a Card. Gasparri. Praha, 15 febbraio 1920. Riprodotto in Hrabovec, E., Slovensko a Sväta stolica, 197. 19 Salmic, I., Al di la di ogni pregiudizio, 58. 20 Cardinal Gasparri al nunzio apostolico Valfré di Bonzo, lettera dei 6 novembre 1918, citata da: Salmic, I., Al di la di ogni pregiudizio, 65.

Next

/
Oldalképek
Tartalom