Folia Theologica et Canonica 9. 31/23 (2020)

Sacra theologia

44 ANDRAS FEJERDY mili a quelli della lettera sopraccitata di János Csemoch all’arcivescovo di Parigi, il ministro ungherese richiamava l’attenzione dei pontefice a certi peri­coli ehe c’entravano con la questione ungherese e ehe minacciavano anche la chiesa universale. Lui ricordava al papa tra l’altro che solo un’Ungheria forte sarebbe stata in grado di difendere il cattolicesimo in maniera efficace contro l’ussitismo dei boemi, l’ortodossia dei romeni e dei serbi e il bolseevismo russo.7 I govemi degli stati succeduti alia Monarchia intendevano a loro volta sot­­tomettere la chiesa cattolica all’unitá politico-territoriale della nuova forma­­zione statale. A tale scopo volevano ottenere la nomina di prelati leali col nuovo regime, nonché operare quanto prima la trasformazione della struttura ecclesiastica ereditata dal Regno d’Ungheria. Come lo ricorda anche l’istru­­zione inviata al primo nunzio apostolico di Budapest, Lorenzo Schioppa: gli stati in veritá, appoggiandosi suH’autoritá della Santa Sede, volevano modifi­care le strutture ecclesiastiche ehe passavano le frontiere: “Gli stati confinanti hanno giá fatto pressione presso la Santa Sede perché quelle parti di diocesi ehe sono state loro aggiudicate e la cui sede é rimasta in Ungheria non abbiano piii a dipender dai Prelati Ungheresi.”8 Specialmente il govemo cecoslovacco intendeva far valere il propri interessi proponendo la competa secolarizzazio­­ne dei latifondi ecclesiastici espropriati giá nell’invemo del 1918/1919,9 men­tre in Romania si cercava di creare una situazione favorevole per lo stato av­­viando presto le trattative sui concordato.10 111 govemi degli stati successori nel dato caso non disdegnavano di ottenere ehe prevalessero i loro interessi, nem­­meno tramite intrighi contro i diplomatici della Santa Sede considerati troppo filoungheresi. Ciö avvenne per esempio nel 1924 con il caso dell’allontana­­mento del primo nunzio apostolico accreditato a Budapest, Lorenzo Schioppa, dietro il quale possiamo scorgere l’azione del govemo romeno.11 Dal punto di vista della sorte del cattolicesimo un molo importante spettava agli obiettivi prefissi da parte della direzione delle chiese locali (“nazionali”) 7 RÁcz, K., Az esztergomi érsekség, 65. 8 Cfr. Istruzioni per Lorenzo Schioppa, nunzio apostolico in Ungheria. Vaticano, agosto 1920. Pubblicato da: Mrkonjic, T., Archivio, 276. 9 Salacz, G., A magyar katolikus egyház a szomszédos államok uralma alatt, München 1975. 13-14, 32-33. 10 Sui concordato romeno v. Marchut, R., A román konkordátum a magyar diplomáciában (1920-1929), in Pro Minoritáié (2014) Tél, 3-22. Vadan, M., Le relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e la Romania (1920-1948), Cittá dei Vaticano 2001. Disegna, M., Il Concordato tra la Santa Sede e il Regno di Romania: un introduzione, in Guasco, A. - Perin, R. (a cura di), Pius XI: Keywords. International Conference Milan 2009, Berlin-Münster-Wien-Zürich-Lon­­don 2010. 361-381. 11 Ickx, J., Nem, nem, soha! - Io non faccio della politica... La partenza del nunzio apostolico mons. Lorenzo Schioppa da Budapest, in Gottsmann, A. - Piatti, P. - Rehberg, A. E. (a cura di), Incorrupta monumenta Ecclesiam defendunt. Studi offerti a mons. Sergio Pagano, Prefetto dell’archivio Segreto Vaticano, Citta dei Vaticano 2018. 291-310.

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