Folia Theologica et Canonica 9. 31/23 (2020)

Recensions

RECENSIONS 337 italiano laddove il M.I.D.I. indicava: al tribunale diocesano, modello e obiet­­tivo della giustizia ecclesiastica di nullitá matrimoniale secondo il Motu pro­prio” (p. 164). Alcuni interventi su tali vicende non avevano visto la luce quando l’A. scrisse il suo libro, interventi che, Iungi da chiarire la situazione, l’hanno ulteriormente complicata (cf la Presentazione di M. J. Arroba Conde). Se oggi volessimo dare una lettura piű ponderata a questo dibattito attenta­­mente seguito nell’opera di Belfiore, potremmo dire che la riforma non ha voluto demolire i tribunali regionali in Italia, ma, certamente, ha voluto con­sentire ai Vescovi di recedere liberamente da tali strutture per esercitare in Diocesi un munus legato al loro mandato di pastori, con la prossimitá richiesta dali’intervento papale. Non sfugge all’autore che dar luogo a tale disegno esi­­ge ehe i Vescovi investano nella formazione di operatori dei tribunali che ab­­biano le competenze necessarie per svolgere con perizia i vari ruoli implicati nell’amministrazione della giustizia matrimoniale: “(•••) il M.I.D.I., preso atto delle varie realtä presenti nell’orbe cattolico, non ha voluto gravare i Vescovi dell’immediata erezione dei tribunali diocesani, consentendo loro di appog­­giarsi in via transitoria nelle strutture giá esistenti o erigende, ferma la neces­sity di provvedere alia formazione degli operatori per procedere ‘quanto pri­ma’ alia loro costituzione” (p. 76). Il presente studio é venuto alia luce nella sua attuale forma all’inizio del 2017, risulta essere il primo commentario monografico apparso in lingua ita­­liana dei Mitis Iudex Dominus Iesus. Cio significa ehe, all’atto della pubblica­­zione, non si avevano ancora contributi giurisprudenziali né si era consolidata alcuna prassi sulla novella processuale commentata. Con giudizio maturo, in apertura delle Conclusioni, l’autore serivé: “(...) pariare di ‘conclusioni’ con riferimento ad una riforma di cosi ampia portata ehe é soltanto all’alba della sua applicazione sembra azzardato ed incongruo in relazione alia molteplicitá di questioni ancora aperte e a quelle appena ac­­cennate nel presente lavoro” (p. 165). Alia data odiema, infatti, alcuni passaggi meriterebbero ulteriori approfon­­dimenti - per esempio tutta la tematica relativa ai mezzi di gravame - in alcu­ni altri, 1’autore sembra essere stato lungimirante anticipando, per esempio, alcune affermazioni di Papa Francesco all’Udienza del 25-XI-2017 concessa ai partecipanti al Corso promosso dal Tribunale della Rota Romana. In quella sede, il Romano Pontefice ha affermato ehe i due motu proprio “(...) sono scaturiti da un contesto sinodale, sono espressione di un metodo sinodale, sono 1’approdo di un serio cammino sinodale”, come ampiamente documenta­­to nel i capitolo della monográfia; che “(...) la figura del Vescovo-diocesano­­giudice é l’architrave, il principio costitutivo e belementő discriminante dell’intero processo breviore, istituito dai due Motu proprio”, come ampia­mente l’autore dimostra nel iv capitolo del suo lavoro; ehe la pronuncia della sentenza nel processo piu breve é indelegabile “(...) la decisione da pronun-

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