Folia Theologica et Canonica 9. 31/23 (2020)

Recensions

336 RECENSIONS mana 1998). “(•••) non c’é, infatti, una cesura fra la dimensione pastorale dell’accompagnamento delle coppie ferite e la dimensione dell’accertamento della veritá del vincolo. Se, infatti, é vero che non tutti i matrimoni ‘falliti’ sono matrimoni nulli, é anche vero che nell’ambito dell'accompagnamento di tali coppie potrá verificarsi ehe ci si accorga della sussistenza dei presupposti per iniziare un procedimento giurisdizionale” (p. 167). Quindi, la monográfia entra nel vivo della normatíva riformata seguendo lo schema redazionale dei due motu proprio. II secondo capitolo riguarda, dun­­que, le norme applicabili alia generalitá di processi; il terzo conceme le nuove norme circa il processo ordinario; il quarto é relativo al nuovo processus bre­vior, nel quinto, infine, viene dettagliatamente presentata la questione relativa alia nuova organizzazione territoriale dei tribunali, specie con riferimento alia situazione della Chiesa ehe é in Italia e il dibattito circa la sorte dei Tribunali Regionali istituiti con M. R Qua Cura. La trattazione é precisa e sintetica e idealmente accompagna, passo dopo passo, il procedimento, dalia fase pregiu­­diziale, alia presentazione del libello, alia scelta della procedura, all’istrutto­­ria, lino alia fase della decisione e dell’eventuale impugnazione, ponendo in rilievo le peculiaritá dei nuovi procedimenti rispetto a quelli previgenti. Il tema della diocesanitá nell’amministrazione della giustizia matrimoniale sembra stare particolarmente a cuore all’A. D’altronde, il recupero di centra­­litá della figura del Vescovo diocesano nell’esercizio della sua potestá giudi­­ziale (Proemio, iii criterio fondamentale) e la strutturazione della fase pregiu­­diziale-pastorale nell’ambito della pastorale matrimoniale diocesana unitaria danno ragione della lettura fatta da Belfiore, peraltro supportata da argomenti ecclesiologici ehe si fondano in LG 27. Infatti evidenzia: “(•••) é il Pastore proprio del gregge ehe si prende cura delle sue pecorelle, specie di quelle feri­te; non puö demandare a terzi tale cura che da Dio stesso é posta suile sue spalle come in Lc 15,5. La dimensione diocesana é anche la dimensione pro­pria delTaccompagnamento pastorale delle coppie ferite che deve essere ‘comprensivo, vicino, realistico, incarnato’ (AL 234)” (p. 167). E continua af­­fermando: “(•■•) come il discemimento delle situazioni dette ‘irregolari’ spetta ai Vescovi e ai presbiteri loro collaboratori (AL 296-312), cosi anche il giudi­­zio sulla veritá del vincolo deve svolgersi in Diocesi: cio risponde a ‘una con­versione pastorale delle strutture ecclesiastiche, per offrire Yopus iustitiae a quanti si rivolgono alia Chiesa per fare luce sulla propria situazione coniugale’ (Francesco, Allocuzione alia Rota Romana 2015)” (p. 168). L’A. assume una sua posizione precisa in ordine alie molteplici incertezze sorte nella prima fase applicativa della riforma e, in particolar modo, in relazio­­ne alia nuova “geográfia” dei tribunali serive: “Se vi fosse stata una adeguata normatíva transitoria e tutto non fosse stato rimesso alio scambio di missive fra Vescovi, Vicari Giudiziali, S.A.T., P.C.T.L., mens e Rescritto, probabil­­mente si sarebbe potuto condurre il sistema giudiziario matrimoniale canonico

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