Folia Theologica et Canonica 9. 31/23 (2020)
Sacra theologia
FONDAMENTI TEOLOGICI DELLA VENERAZIONE ECCLESIALE Dl MARIA 23 Nella celebrazione di questo ciclo annuale dei misteri di Cristo, la santa Chiesa venera con particolare amore la beata Maria, madre di Dió, congiunta indissolubilmente con Topéra della salvezza del Figlio suo: in Maria ammira ed esalta il frutto piű eccelso della redenzione, ed in lei contempla con gioia, come in una immagine purissima, ciö che essa desidera e spera di essere nella sua interezza.26 3. La pietä popolare mariana, animata dal sensus fidei27 La pietä popolare é un campo peculiare del culto cristiano. Essa se ben curata, abbonda di frutti spirituali. Le singole pratiche di essa aprono le profonditá dei cuore umano. Non bisogna dimenticare perö che, la pietä popolare esprime non di rado una “fede vissuta”, carica di caratteristiche del linguaggio umano ehe spesso non rimuovono gli errori, le esagerazioni, o addirittura, le forme cultuali piii antiquate. Resta un compito perenne del Magistero di vigilare sopra queste manifestazioni della pietä popolare, curandole, affinché esse non soffochino il vero culto, ma favoriscano l’espressione piű autentica della fede professata anche nella pratica della vita religiosa28. II Direttorio su pietä popolare e liturgia giá menzionato, fa una distinzione fra la religiositá popolare (n. 10) e la pietä popolare (n. 9). La prima indica quell’esperienza universale che scaturisce dalia tendenza di ogni cuore umano a “esprimere la sua visione totalizzante della trascendenza e la sua concezione della natura, della societä e della storia, attraverso mediazioni cultuali, in una sintesi caratteristica di grande significato umano e spirituale” (DPPL 10). Mentre essa “non si rapporta necessariamente alia rivelazione cristiana” (DPPL 10), il concetto di pietä popolare indica esplicitamente “le diverse manifestazioni cultuali di carattere privato o comunitario ehe, nell’ambito della 26 Concilio Vaticano II, Costituzione liturgica Sacrosanctum Concilium (d’ora in poi: SC): AAS 56 (1964), n. 103. Questo testo si chiama “protomariologia conciliare”. 27II sensus fidelium, anche se discusso da alcuni, appartiene alie fonti della teológia. La Lumen gentium dice al n. 12: “II popolo santo di Dio partecipa pure dell’ufficio profetico di Cristo coi diffondere dovunque la viva testimonianza di lui, soprattutto per mezzo di una vita di fede e di caritá, e coll’offrire a Dio un sacrificio di lode, cioé frutto di labbra acclamanti al nome suo (cfr. Eb 13,15). La totalitä dei fedeli, avendo l’unzione che viene dal Santo (cfr. lGv 2,20 e 27), non puö sbagliarsi nel credere, e manifesta questa sua proprietá mediante il senso soprannaturale della fede di tutto il popolo, quando «dai vescovi fino agli ultimi fedeli laici» mostra 1’universale suo consenso in cose di fede e di morale. E invero, per quel senso della fede, ehe é suscitato e sorretto dallo Spirito di verita, e sotto la guida dei sacro magistero, il quale permette, se gli si obbedisce fedelmente, di ricevere non piű una parola umana, ma veramente la parola di Dio (cfr. lTs 2,13), il popolo di Dio aderisce indefettibilmente alia fede trasmessa ai santi una volta per tutte (cfr. Gdc 3), con retto giudizio penetra in essa piű a fondo e piű pienamente 1’applica nella vita”. 28II concetto della pietä popolare e il suo rapporto con la liturgia sono approfonditi nel Direttorio su pietä popolare e liturgia precedentemente citato.