Folia Theologica et Canonica 9. 31/23 (2020)

Sacra theologia

FONDAMENTI TEOLOGICI DELLA VENERAZIONE ECCLESIALE Dl MARIA 21 Non dobbiamo dimenticare ehe alcune veritá di fede hanno fondamenti piú saldi radicati nella Traditio che nella Sacra Scrittura. L’Assunzione (.Koimesis; Dormitio) di Maria ad esempio, non é menzionata affatto dalia Parola di Dió, ma dalia Paradosis20. In Oriente fiorisce una forma caratteristica dei culto: la venerazione déllé icone, legittimata dal Concilio di Nicea II (787; cfr. DH 605-609). Tale culto trova il suo fondamento nel mistero dellTncamazione, per mezzo della quale rinvisibile é diventato visibile. Le icone non sono semplicemente “pitture”: esse sono stilate, “seritte” in atmosfera di preghiera e di meditazione21. 3. II ruolo dei Magistero “La missione del Magistero é legata al carattere definitivo dell'Alleanza che Dio in Cristo ha stretto con il suo Popolo; deve salvaguardarlo dalle deviazio­­ni e dai cedimenti, e garantirgli la possibilitá oggettiva di professare senza errore l'autentica fede. 11 compito pastorale dei Magistero é quindi ordinato a vigilare affinché il Popolo di Dio rimanga nella veritá che libera” (CCC 890). Nella luce dello Spirito, lungo i due miilenni della Chiesa, sono stati defini­ti quattro dogmi mariani. Ma il Magistero non stabilisce soltanto affermazioni dottrinali di carettere puramente sistematico, ma offre anche degli orientamen­­ti pratici basati sulTinsegnamento22, come ad esempio, il Concilio Vaticano II ehe, dopo aver esposto le basi storico-salvifiche ed ecclesiologiche della mario­­logia, paria dei culto mariano (cfr. LG 66-67), esercitato nella e dalia Chiesa. I. Calabuig accenna due documenti importanti nel campo mariologico postconciliare: Nella scia delle costituzioni Sacrosanctum Concilium e Lumen gentium si pongono le esortazioni apostoliche Signum magnum (13 maggio 1967) e Marialis cultus (2 feb­­braio 1974) di Paolo VI. Nella prima il Papa intese «richiamare ancora una volta Pattenzione di tutti i figli della Chiesa sull’inscindibile nesso vigente tra la matemitá spirituale di Maria (...) e i doveri (officia) degli uomini redenti verso di lei» [Paolo VI, Esortazione apostolica Signum magnum in AAS 59 (1967) s.n.]; nella seconda volle offrire alcune indicazioni per un corretto sviluppo della pietá mariana.23 20 Cfr. Transito Romano, in Codex Vaticanus Graecus 1982. Vedi: Wenger, A., L’Assomption de la trés sainte Vierge dans la tradition byzantine du VT auX’ siede, Paris 1955. 210-241. 21 In Oriente, di solito, non c’e la consuetudine di fare un ritratto di una donna, e chiamarlo succes­­sivamente immagine di Maria. Infatti, Ella non vi si presenta sola, ma con il suo Figlio, o in altra forma strettamente legata al mistero di Cristo. 22 H. Volk sottolineava cosi prima dei Concilio l’inseparabilitá della dottrina e venerazione maria­na: “Nell’evento mariano sono da distingere evidentemente due categorie: i dogmi mariani e la venerazione mariana (...) Percio si desta il compito di tenere presente la corrispondenza tra i dogmi mariani e il culto mariano” (Volk, H., Christus und Maria, Münster 1955), 3-4. 23 Calabuig, I., II culto alia Beata Vergine, 194.

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