Folia Theologica et Canonica 7. 29/21 (2018)

Sacra theologia

24 ANDRÉ-MARIE JERUMANIS Redenzione, e la rende piü vicina all’uomo d’oggi»2. Wojtyla si riferisce a GS 4.9.10.12.21 per mostrare che la Redenzione é una realta costantemente centrata suH’uomo nel mondo, ma costantemente presente nella Chiesa (cfr. LG). É’ originale quando sottolinea come il Concilio Vaticano II sviluppa quattro atteggiamenti fondamentali: di partecipazione, di identita umana e di responsa­­bilitá cristiana, ecumenico, apostolico. E’ precisamente nella Gaudium el spes ehe trova la maggiore parte degli elementi ehe caratterizzano 1’ identita umana o personale. Si tratta dell’atteggiamento di identificazione con l'uomo, in vista di formare la dignita deH’uomo e della comunitä umana. Wojtyla vede proprio li il fondamento dei principi etici dell’insegnamento conciliare e mette in rilevo come i principi di identita e di solidarieta debbano animare il eristiano (cfr. GS 11.12). Ne deriva una deserizione dei principali ambiti d’esercizio della res­­ponsabilitä cristiana, in ciascuno dei quali troviamo «il postulato fondamentale di responsabilitä per l’uomo, per tutto l’uomo»3. Il primo grande ambito di res­­ponsabilith é quello del matrimonio e della famiglia, seguito da quello della cul­tura, della vita economica-sociale, della salvaguardia della pace e della costru­­zione della comunitä delle nazioni. Von Balthasar prima del Concilio aveva precisamente tracciato le grandi li­nee del giusto rapporto della Chiesa e dei cristiani con il mondo. Non un’attitu­­dine di dominio, ma di servizio. Per ogni singolo membro della Chiesa propose innanzitutto un’attitudine di prudenza e di semplicita, ed anche di giusta tolle­­ranza e di pazienza4. J. Ratzinger nel 1975, in un commento alia Gaudium et spes, sottolineava l’importanza di non ritomare all’attitudine difensiva del Syllabus, ma neanche promuovere una simbiosi con il mondo o ancora un ghetto ecclesiale. Il programma di Schleifung der Bastionen rimaneva per Ratzinger un programma sempre attuale, sottolineando, pero, che ciö non voleva dire ehe il cristiano non avesse niente da difendere o avesse da vivere in modo da distan­­ziarsi dalia vita in opposizione alia sorgente della vita5. Balthasar, prima del Concilio, scriveva che «l’avvenire della Chiesa - ehe ha oggi le piü grandi pos­­sibilitä - dipende dal presupposto che si trovino laici animati dalia volontä di vivere dell’intatta forza del Vangelo e di plasmare il mondo. Che clero e ordini religiosi non possano piü riuscirvi lo vede chiunque non sia cieco. Non é colpa loro, ma effetto del processo di maturitä ehe il mondo compie irresistibilmente dal Medioevo a questa parte, in una sempre piu chiara distinzione tra Civitas 2 Wojtyla, K., Aux sources du renouveaux. Etude sur la mise en oeuvre du Concite Vatican II. Paris 1981.33 lor. pol. Upodstaw odnowy. Studium o realizacij Vaticanum II, Krakow 1972). 3 Cfr. Ibid., 240. 4 Balthasar, H. U. v., Abbattere i bastioni, Borla, Torino-Leumann 1966. 101. 5 Cfr. Ratzinger, J. Der Weltdienst der Kirche. Auswirkungen von “Gaudium et spes ’’ im letzen Jahrzehnt, in IKZ 5 (1975) 439^154.

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