Folia Theologica et Canonica 5. 27/19 (2016)

SACRA THEOLOGIA - Péter Erdő, Come puó credere un intellettuale dei nostri giorni alla divinitá di Gesú Cristo?

FOLIA THEOLOGICA ET CANONICA (2016) 9-15 Péter Card. Erdő COME PUÒ CREDERE UN INTELLETTUALE DEI NOSTRI GIORNI ALLA DIVINITÀ DI GESÙ CRISTO?* 1) Prima di parlare della divinità di Gesù Cristo, bisogna domandare se gli in­tellettuali europei, nostri contemporanei abbiano grande difficoltà, o piuttosto una speciale facilità nel credere dell’esistenza di Dio. E qui sembra delinearsi già un quadro contraddittorio: a) La fede religiosa come atteggiamento umano, sicuramente non è giustifi­cabile per un atteggiamento ateo piatto, per esempio per il famoso materialismo storico e dialettico del marxismo tradizionale. Ma negli anni dei miei studi, l’ateismo ufficiale è stato spiegato attraverso il concetto di materia. E già in questo punto, persino l’ideologia ufficiale era costretta a prendere distanza dal­le “visioni volgari” come quella che diceva: ciò che non vediamo, non esiste. Dopo il primo viaggio nel cosmo di Jurij Gagarin, si diceva scherzosamente che egli è stato “lì sopra”, ma non ha incontrato Dio. Certamente gli ideologi sapevano che la visibilità per i nostri occhi non è l’unico criterio di vera esisten­za, neppure nel mondo degli esseri “materiali”. Ma allora, quale è il criterio? La risposta ideologica è stata poi più o meno un sofisma. Si diceva infatti, che “materia è tutto ciò che realmente esiste”. Se questo ragionamento apparente­mente logico, ma in realtà capzioso, fosse stato vero, tutti saremmo materialisti in quanto non neghiamo 1’esistenza di tutte le cose. Altri ancora, o gli stessi ideologi, hanno ammesso - e ciò sembrava già un tratto hegeliano - che lo spi­rito sì che può esistere, ma esiste solo in modo secondario come prodotto della materia, e non viceversa. b) Tale visione, tale atteggiamento però oggi non sembra più attraente pel­la grande maggioranza degli intellettuali del nostro continente. Alcuni sono stanchi e non fiduciosi nella filosofia come tale. E così sono inclini ad un certo - chiamiamolo così! - agnosticismo volgare che direbbe: cose così sottili e sofisticate come la nozione della materia e dello spirito, o persino quella della * Il testo del presente articolo risale ad un contributo dell’autore al Meeting di Rimini del 23 agos­to 2010. Pubblicato: "Un uomo colto, un europeo dei nostri giorni, put) credere, credere prop­rio, alla divinità del Figlio di Dio, Gesù Cristo?", il luogo dell’incontro tra Dio e l'umanità, in Bellone E. - Savorana, A. (a cura di), Il cuore desidera cose grandi, Rizzoli-Milano 2010. 143-152.

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