Folia Theologica et Canonica 5. 27/19 (2016)
SACRA THEOLOGIA - Péter Erdő, Come puó credere un intellettuale dei nostri giorni alla divinitá di Gesú Cristo?
10 PÉTER CARD. ERDŐ totalità dell’universo, malgrado le conoscenze scientifiche, o proprio per il progresso scientifico, non sono riconoscibili per il pensiero umano. Quindi, non vale la pena passare troppo tempo con tali ragionamenti. c) Bisogna riconoscere che il concetto di materia è diventato sempre più incerto. Dicono che tra la materia e l’energia non c’è una netta differenza, ma ci sono delle trasformazioni dinamiche tra questi due modi d'esistenza. Anche la ricerca nucleare rende sempre più difficile immaginarci la materia. Proprio l’atomo non è atomo cioè non è indivisibile, non è un’unità fissa con estensione misurabile ecc. Si parla recentemente anche di energia oscura, e di antimateria, per spiegare certi fenomeni già osservati a livello astronomico. Tutto ciò non sembra tanto negativo per la fede religiosa, o per la prontezza di credere in altre più magnifiche dimensioni della realtà. Anche la ricerca sul cervello, sulle funzioni psicologiche, sui fenomeni non ancora spiegati dello spirito umano o delle dimensioni della capacità dell’essere umano nel comunicare o sentire malgrado grandi distanze, trascendendo anche il momento della morte - ma poi quale momento concretamente della morte?! Nel mondo degli intellettuali osserviamo quindi, una certa sensibilità verso l’aldilà, verso l’esistenza del mondo spirituale. Ma se la nozione di materia non è chiara, non può neanche esserlo il concetto di spirito. E soprattutto: come possiamo tracciare il confine tra il mondo materiale e quello spirituale? E ancora: come possiamo distinguere questo mondo che noi, cristiani possiamo chiamare anche mondo creato, dalla realtà di Dio stesso, dalla trascendenza? E grande, quindi, la tentazione del panteismo. Diverse forme di un atteggiamento più o meno panteistico sembrano essere di moda. 2) Da questo sfondo emerge il problema della divinità di Cristo. Non sembra quindi, troppo difficile per alcuni accettare “una certa divinità” di Gesù, ma anche di tutti noi. anche di tutte le cose che esistono. Con belle emozioni pensano non pochi "alla scintilla divina” nascosta in tutti noi. Per alcuni, non è soltanto una frase storico-poetica che si canta oggi nell’inno dell’Unione Europea con le parole di Friedrich Schiller: “Freude, schöner Götterfunken” - O gioia, bella scintilla divina. Come spiegare quindi, la differenza essenziale tra Dio creatore e il mondo creato? É solo in base a questa distinzione che possiamo formarci un'idea sulla vera, piena e specifica divinità di Gesù Cristo. 3 3) Tra gli argomenti addotti nella storia della filosofia per 1’esistenza di Dio e per definire la vera nozione di Dio, il concetto di materia non era fondamentale. Già Platone ribadisce che degli dèi e dei divini si può parlare in diversi modi. Ma il compito del filosofo è di spiegare com’è il dio. E la sua risposta è che dio è il migliore sotto tutti i punti di vista” (Res Publica 381b), e per questo immutabile: “un dio al quale non si potesse attribuire ciò che c’è di meglio in tutte le cose, non meriterebbe il predicato divino; un dio che mutasse, potrebbe mutare