Folia Theologica et Canonica 4. 26/18 (2015)

RECENSIONS

270 RECENSIONS quando rinuncia per raggiunti limiti d’età. Quindi ci troviamo di fronte ad una persona che ha alle spalle una seria formazione ed esperienza accademica ed al­lo stesso tempo una variegata pratica come educatore e pastore. Proprio per questo, ne siamo convinti. FA. è riuscito con il presente testo a dare un contributo sintetico ed autorevole ai problemi della crisi del matrimo­nio, della “famiglia tradizionale” ed alla questione dell’eventuale ammissione delle coppie dei divorziati risposati all’Eucarestia. Dopo una breve premessa, nella quale si spiegano soprattutto i motivi, il senso ed il fine del suo scritto, FA. affronta le varie tematiche in otto concisi capitoletti: 2. L'attuale posizione dottrinale e disciplinare; 3. Perfettibilità della prassi vigente; 4. Le proposte in­novative; 5. Obiezioni contro l’ammissione dei conviventi irregolari all'Euca­restia; 6. Verità e responsabilità; 7. Indissolubilità del matrimonio sacramentale; 8. Amore, indissolubilità, validità; 9. Per una Chiesa in missione. Evidenziere­mo qui solo alcuni dei punti, quelli a nostro avviso di maggior rilievo e signifi­cato, affrontati dall’A. E prima di tutto importante notare la sua ferma convin­zione che oggi la principale urgenza pastorale è la formazione di famiglie cristiane che siano testimoni e modello nella società contemporanea, capaci di manifestare nella realtà della vita quotidiana che il matrimonio cristiano non è un’utopia, ma una possibilità concreta bella e possibile da realizzare. Di fatto, sono esse, più di qualunque altri. “(...) che possono annunciare il vangelo della famiglia, 'non come chi impone un nuovo obbligo, bensì come chi condivide una gioia’ (Papa Francesco, Evangelii gaudium, 14)” (p. 12). In concreto, dato il contesto culturale post-cristiano, la pastorale dovrà concentrarsi in modo tutto particolare nell’educazione teorica e pratica dei ragazzi e dei giovani all’amore cristiano, inteso come dono di sé, comunione e rispetto dell’altro; nella seria preparazione dei fidanzati al matrimonio, mediante itinerari commi­surati alle diverse situazioni spirituali, culturali, sociali affinché esso sia non solo valido, ma anche fruttuoso; l’accompagnamento degli sposi, in modo par­ticolare nei primi anni di matrimonio, attraverso incontri periodici condotti da coppie di sposi ed esperti. In ogni caso ciò che deve essere alla base di questo impegno e lo deve ispirare, è il punto fermo e non negoziabile dell’indissolubi­lità del matrimonio cristiano, rato e consumato, che si fonda sull’amore oblati- vo dei coniugi promesso per la vita ed aperto alla vita. Alla luce di questo pun­to fermo, FA. partendo dalla Sacra Scrittura e dalla Tradizione, dimostra il non senso e l'intrinseca contraddittorietà della sola ipotesi di poter ammettere i di­vorziati risposati all’Eucarestia fin tanto che dura detta unione; quanto sopra, nota giustamente FA., vale anche per altre situazioni analoghe di oggettivo dis­ordine morale. “Questa esclusione non discrimina i divorziati risposati rispetto al altre situazioni di grave disordine oggettivo e di scandalo pubblico. Chi ha l’abitudine di bestemmiare deve impegnarsi seriamente a correggersi; chi ha commesso un furto deve restituire; chi ha danneggiato il prossimo material­mente o moralmente, deve riparare. Senza impegno concreto di conversione,

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