Folia Theologica et Canonica 3. 25/17 (2014)
SACRA THEOLOGIA - Franco Anelli, Universita, nuovo umanesimo e unita del sapere
24 FRANCO ANELLI III. L’Università per un nuovo umanesimo La parola “umanesimo” ci rimanda a quel periodo storico che, di norma, si fa cominciare all’inizio del XV secolo. La prevalente tradizione storiografica ci ha abituati a considerare quel tempo come una stagione di riscoperta delle radici della nostra civiltà. Quel “rinnovamento”, certamente collegato alla rinascita degli antichi studia humanitatis, se fu vissuto dagli eruditi del tempo anche con un senso di frattura rispetto alla cultura medioevale, si mantenne in prevalenza all’ interno di una concezione religiosa e cristiana dell’esistenza e della persona. Lo stesso termine “umanesimo” compare solo all’inizio del XIX secolo", e solo nei secoli successivi, il processo di secolarizzazione e scristianizzazione della cultura, favorì una concezione dell’uomo come entità a una sola dimensione. Oggi, dopo la violenta affermazione, soprattutto nel XX secolo, di ideologie materialistiche; dopo che si è consumato il “dramma dell’umanesimo ateo” magistralmente descritto da Henri De Lubac11 12, si avverte l’esigenza di recuperare una visione integrale della persona umana. Su questo punto, infatti, l’ideologia tecnocratica si mostra incapace di rispondere alle esigenze profonde del cuore umano. Il rischio è che tale insoddisfazione generi vere e proprie fughe nell’irrazionale. Su questo punto la Caritas in Ventate ha parole importanti: «La tecnica, presa in se stessa, è ambivalente. Se da un lato, oggi, vi è chi propende ad affidarle interamente detto processo di sviluppo, dall’altro si assiste all’insorgenza di ideologie che negano in toto l’utilità stessa dello sviluppo, ritenuto radicalmente anti-umano e portatore solo di degradazione.» Si cade, però, in tal modo, nell’errore opposto: «Così, si finisce per condannare non solo il modo distorto e ingiusto con cui gli uomini talvolta orientano il progresso, ma le stesse scoperte scientifiche, che, se ben usate, costituiscono invece un’opportunità di crescita per tutti. L’idea di un mondo senza sviluppo esprime sfiducia nell’uomo e in Dio.» Dalla dicotomia tra scientismo tecnicista e irrazionalismo si può uscire solo recuperando una visione integrale della persona umana e uno sguardo sul mondo che tenga conto della complessità del reale. Si apre, su questo punto, l’interrogativo circa l’adeguatezza degli attuali prevalenti sistemi educativi. Per esempio, secondo Edgar Morin, «manca sempre di più nell’educazione la possibilità di affrontare i temi fondamentali e globali dell’individuo, del cittadino, dell’essere umano.»13 e «(...) l’insegnamento che parte da discipline separate, invece di nutrirsene per trattare i grandi problemi, stronca in tal modo anche le curio11 La parola umanesimo (...) sembra sia stata coniata nel 1808 da un pedagogista tedesco, Friedrich Immanuel Niethammer, per difendere l’importanza degli studi classici nell’istruzione secondaria conto iniziative tendenti a dare amggiore peso alle discipline scientifiche (la forma tedesca è Humanesimus)». Ferroni, G., Profilo storico della letteratura italiana, Milano 1992.1. 202. 12 De Lubac, H., Le drame de l’humanisme athée, Ed. Spes 1959. 13 Morin, E., La Voie, 2011. Trad, it.: La Via. Per l’avvenire dell’umanità, Milano 2012.140.