Folia Theologica et Canonica 1. 23/15 (2012)
IUS CANONICUM - Adolfo Longhitano, L’insegnamento delle discipline teologiche nella formazione dei seminaristi
274 ADOLFO LONGHITANO La lettura di questi brani ci fa capire ehe il problema della frammentazione del sapere teologico è chiaramente percepito. Si ha l’impressione pero ehe non si vada öltre la sua constatazione. Dall’esame alquanto rapido dei documenti del magistero e della normatíva canonica possiamo affermare di trovarci dinanzi a due esigenze contrapposte: 1’auspicio di ricondurre ad unità il sapere teologico e la preoccupazione di assi- curare ai futuri presbiteri una formazione “completa” ehe determina un insegna- mento frammentato e per nozioni. A volte sembra prevalere 1’una a volte 1’altra esigenza; è certo ehe non si riesce ad armonizzarle o forse si presume che questa armonizzazione venga fatta nella ratio studiorum delle diverse nazioni o nell’- ordinamento degli studi delle singole université e facoltà. Dando una semplice lettura della ratio studiorum edita dalla Conferenza episcopale italiana il 15 maggio 1980 per coloro ehe si preparano al presbitera- to70, si comprende subito ehe a prevalere non è l’esigenza dell’unità, ma quella dell’insegnamento “completo” ehe porta alia frammentazione. II documento prevede: 12 materie principali, fra le quali: 4 corsi di filosofia; 7 di Sacra Scrittura; 7 di teológia dogmatica (sono inclusi il corso introduttivo sui mistero di Cristo e la teológia fondamentale); 5 di teológia morale (...). Una decina di discipline complementari e ausiliari: psicologia, pedagógia, sociologia, metodológia, lingue bibliche e straniere, musica sacra. Dieci materie opzionali: introduzione alia lettura dei documenti dei magistero, insegnamento sociale della Chiesa, ecumenismo, missionologia, mezzi di comunicazione sociale, ateismo, marxismo, arte sacra, archeológia cristiana, archivistica71. Le conseguenze di queste indicazioni normative sono evidenziate dal teolo- go Severino Dianich in una nota dei 1995: “Prendo in mano 1’annuario 94/95 di uno fra i vari Studi teologici esistenti in Italia e trovo che per un ciclo normale di cinque anni, con l’approdo all’infimo grado ac- cademico dei baccalaureato, bisogna affrontare ben quarantuno corsi obbligatori, nella relazione di Vision, M., I presupposti della interdisciplinarità, in II diritto canonico nel sapere teologico, 11-36. 70 Enchiridion CEI, 3. 199—413. 71 Non introduce elementi nuovi sul nostro téma l’esortazione apostolica post sinodale Pastores dabo vobis, promulgata da Giovanni Paolo II il 25 marzo 1992, come atto conclusivo del Sinodo dei vescovi del 1990: Enchiridion Vaticanum, 13. 1154-1553. Giovanni Paolo II, seguendo lo stile dei documenti che chiudono i Sinodi dei vescovi, accoglie e rielabora le istanze emerse nell’aula sinodale, offrendo una piccola summa sulla formazione dei sacerdoti. Il téma della formazione dottrinale è trattato nei nn. 51-57 (Montan, A., Gli studi nella formazione sacerdotale: problemi eprospettive, in Muratore, S. [a cura di], Teológia e formazione teologica, 23-53). Tuttavia le difficoltà incontrate dalle facoltà teologiche e dai seminari non riguardano i principi dottrinali, già esposti nella Optatam totius e nei documenti del magistero post conciliare, ma la loro attuazione normatíva.