Folia Canonica 12. (2009)

STUDIES - Carlos Larrainzar: Metodi per l'analisi della formazione letteraroa del Decretum, Gratiani. "Tappe" e "Schemi" di redazione

42 CARLOS LARRAINZAR rario; i dati strettamente paleografici risultano infatti più ambigui, discussi e dis- cutibili, poco affidabili per conferire precisione alie delimitazioni temporali. Nondimeno quasi sempre si sono fomiti contributi parziali: suile concrete auctoritates, su taluni dicta o, come più spesso è accaduto, su alcune Distinzioni o Cause complete. E le teorie parziali si sono applicate in seguito al complesso, per affermare, per negare, o per manifestare scetticismo. Forse possiamo concordare sui fatto che, per fissare conclusioni certe sulTin- sieme, a prescindere dai nostri differenti punti di vista, risulta in definitiva deci- sivo verificare la realtà dei progressi ideologici e dottrinali nel discorso lettera- rio. La maturità dottrinale della testualità è in effetti un buon punto di contrasto per distinguere tappe diacroniche nella formazione del discorso, assai più delle ipotesi filologiche derivate da letture concordanti o discrepanti tra i codici. Questo approccio presuppone uno studio tematico, profondo e interdisciplina- re, sui contenuti dei Decretum. A partire da queste riflessioni sembra opportuno intraprendere studi setto- riali sui Decretum Gratiani ‘smontando’ 1’opera nelle sue unità sistematiche tradi- zionali e selezionando terni ehe permettano di distinguere unità letterarie setto- riali. Su questi pezzi si dovrà poi applicare la capacità analitica dei metodi sperimentati fino ad oggi. Solo alia fine di questo lungo tragitto — ehe compor­tera presumibilmente la pubblicazione di alcune decine di monografie, con le loro rispettive ‘edizioni di lavoro’ dei testi — sapremo ehe cosa risulta dal com­plesso, e solo allora si pótra dare perciô una spiegazione generale in ordine alia composizione deli’opera. E, questo, un buon sentiero per transitare nel futuro, recuperando il lavoro di quanti ci hanno preceduto e aggiungendovi la nostra esperienza. Questa è la mia prima conclusione. 4. Aggiungo ora una proposta. Per lavorare in questa direzione mi pare utile introdurre la distinzione tra le tappe di formazione deU’opera, che già ora si pos- sono individuare in alcuni codici, e gli schemi della redazione o delle sue redazio- ni. Di ‘tappe’ pario oramai da molto tempo. Si tratta di una nozione diacronica presentata come risposta storica generale, più che come risposta filologica, al problema della formazione dei Decretum.21 Ora affermo ehe bisogna inoltre ve- 27 27 Si veda supra nota 22. Una prova empirica di questa formazione per tappe del Decretum Gra­tiani è la redazione di Sg e perciô non si dovrebbe né ridicolizzarc né, e a maggior ragione, ignorare la solida investigazione già realizzata sopra molteplici aspetti di questo codice. Cosi, per esempio, mi sorprende ehe molti vadano ripetendo la teória delle “due recensioni” al modo di Winroth sen- za prendere in considerazione le prove sicure sull’antichità della redazione di Sg presentate median­te analisi approfondite e con 1’edizione integrale di C.25 Sg = C.27 edF (si veda infra nota 31). Per fissare conclusioni sicure ho compiuto le mie riccrche utilizzando tutti i metodi più sperimentati: “se integran en armonia argumentaciones derivadas de criterios tan diversos como son: la critica filológica de la literalidad textual, los resultados del examen de las fuentes formales de las auctoritates o de los dicta y, aún más, el estado de evolúción de las nociones y conceptos sobre el matrimonio canonico, que presupone la progresión historica en el desarrollo de las doctrinas en una pluralidad de tiempos diacrónicos” (p. 206). Cfr. anche infra nota 42.

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