Folia Canonica 12. (2009)

STUDIES - Georges Ruyssen: Forme istituzionali di collaborazione interrituale, ieri ed oggi

FORME ISTITUZIONALI DI COLLABORAZIONE INTERRITUALE... 117 Conclusione Per preservare ed incrementare la ricchezza e la diversità del patrimonio delle Chiese orientali cattoliche il Decreto conciliare Ecclesiarum Orientalium si pronuncia a favore della molteplicità delle giurisdizioni esercitate da gerarchi di varie Chiese sui iuris sullo stesso territorio (OE n° 4). II mantenimento di tale molteplicità viene immediatamente collegato con la raccomandazione di col- laborazione interecclesiale o interrituale in assemblée dei gerarchi delle varie Chiese sui iuris. In un territorio retto da varie giurisdizioni ecclesiastiche, le ma­terie e le questioni più comuni e vitali vengono irattaté meglio da un’assemblea dei gerarchi piuttosto che da ciascun gerarca da solo. Questo garantisce la coor- dinazione dell’attività pastorale, la prevenzione di conflitti di giurisdizione ed impedisce la dispersione delle forze o la mancanza di coesione fra i gerarchi e per lo più introduce un elemento di solidarietà collegiale nella vita della Chiesa. Le disposizioni pre-conciliari del Motu Proprio Cleri Sanctitati sulla collabo- razione interecclesiale ispirarono i due testi conciliari che trattano più diret- temene di questa materia: OE n° 4 e CD n° 38, 6. Se OE n° 4 insisteva sulla periodicità degli incontri interrituali, CD n° 38, 6 prevede, invece dell’istitu- zione di conferenze episcopali, l’erezione di assemblée raggruppando le diverse gerarchie rituali cattoliche, presenti nello stesso territorio. A loro tumo furono la matrice del c. 322/CCEO suile assemblée dei gerarchi di diverse Chiese sui iuris. Per ora VAnnuario Pontificio 2010 elenca soltanto 6 assemblée interrituali ehe corrispondono al profilo del c. 322/CCEO, anche se gli statuti di alcune di queste assemblée non sono ancora stati approvati dalla Sede Apostolica. Pur non essendo un’assemblea interrituale nel senso stretto dei c. 322/ CCEO, il “Conseil des Patriarches Catholiques d’Orient” (C.P.C.O.) ehe rag- gruppa soltanto i 6 patriarchi orientali cattolici e il patriarca latino di Gerusa- lemme, condivide tuttavia moite caratteristiche dell’assemblea dei gerarchi di diverse Chiese sui iuris. Si tratta di un luminoso esempio di collaborazione in- territuale fra vari gerarchi, inclusi quelli della Chiesa latina, che esercitano la loro potestà nella medesima regione del Medio Oriente, affrontando le stesse sfide e mossi da interessi vitali comuni. Il C.P.C.O. condivide alcune caratteris­tiche con le assemblée interrituali, tali che la periodicità delle sessioni in congressi annuali, la sua struttura permanente ed istituzionalizzata (segretariato, segretario generale, segretari aggiunti, economo, commissioni), la parteci- pazione di gerarchi ortodossi ai lavori e soprattutto la sua finalità di promuovere il bene della religione e di favorire l’unità d’azione72. Ora ehe il numero dei cristiani in Medio Oriente diminuisce tragicamente, ci auguriamo ehe la collaborazione nelle varie assemblée interrituali cresca an­cora di più come segno vivo della presenza e della testimonianza dei cristiani in 72 Si veda: Ruyssen, Il Consiglio (nt. 56), [in corso di stampa].

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