Folia Canonica 12. (2009)

STUDIES - Georges Ruyssen: Forme istituzionali di collaborazione interrituale, ieri ed oggi

100 GEORGES RUYSSEN Queste disposizioni pre-conciliari sulla collaborazione interrituale per age- volare il problema della giurisdizione molteplice sullo stesso territorio ispiraro- no direttamente due testi conciliari20. Il primo testo conciliare è il paragrafo 4 dei Decreto Orientalium Ecclesia­rum2': [...] Le gerarchie poi delle varie Chiese particolari, ehe hanno giurisdizione sullo stes­so territorio, procurino, coi mutuo scambio di consigli in periodici incontri, di promuovere l’unità di azione, e, conforze congiunte, di aiutare le opere comuni, onde far progredire più speditamente il bene della religione epiù efficacemente tutelare la disciplina dei clero.22 Questo paragrafo riproduce quasi alla lettera il c. 4 del MP Cleri Sanctitati e promuove 1’idea di incontri interrituali ffa i diversi gerarchi nello stesso territo­rio per garantire l’unità dell’azione fra le diverse Chiese sui iuris. OE n° 4 s’iscrive quindi nella linea della collegialità episcopale del Concilio, chiedendo che per il bene dei fedeli, i gerarchi con giurisdizione sullo stesso territorio, prendessero decisioni comuni a favore di tale unità. I vescovi orientali venivano invitati ad un cambiamento di attitudine e di azione, cioè ehe nelle materie non strettamente rituali e comunitarie bisognava collaborare, unire le forze, evitare 20 II problema della giurisdizione molteplice e la necessità di cooperazione interrituale nello stesso territorio furono accennati da vari vescovi, prelati ed istituzioni nelle loro suggestioni ed opinioni indirizzatc al Concilio; Madathikandathil, The Catholic Bishops' Conference (nt. 2), 109-112. Cosi proponeva, par esempio, l’arcivescovo caldeo di Bassorah: “To foster spiritual re­newal in the whole of the East and minimize the conflicts there, the following suggestions were put forward by the Chaldean Archbishop J. Gogue of Bassorah. 1. Institute a council composed of ma­jor superiors of all rites having their sees in the capital of a country. The norms stipulated in the council should be for all clergy and the community of all rites, including the latins”; Ibidem, 111. 21 Per la storia della redazione di OE n° 4, si veda; MADATHIKANDATHIL, The Catholic Bishops’ Conference (nt. 2), 114—121. Lo Schema decreti de Ecclesiis Orientalibus contiene un passaggio sulla co­operazione fra i diversi riti: “Locorum Hierarchae in eodem territorio iurisdictionem obtinentes, curent, col- latis in periodicis conferendis consiliis, unitatem actiones fovere et, viribus unitis, communia adiuvare opera, ad bonum religionis expeditius promovendum et cleri disciplinam efficacius tuendam." Schemata constitutionum et decretorum ex quibus argumenta in concilio disceptanda seligentur, series quarta, Typis Polyglottis Vaticanis 1963, 9-10. L’origine di questo paragrafo risale a un progetto introdotto da Mgr Neophytos Edelby, met- ropolita di Aleppo, nel dicembre 1960: “La où coexistent des hiérarchies catholiques de rites dif­férents, des pouvoirs étendus seront attribués, en vue du bien général et de la coordination des ef­forts apostoliques, au synode des Hiérarques ayant pouvoir sur le même territoire » Edelby - DlCK, Les Eglises (nt. 4), 187. L’autore di questo progetto intendeva una vera e propria sinodalità isti— tuzionale con potere deliberativo: “Nous proposions pour assurer la pleine collaboration entre les différentes hiérarchies, un vrai synodalisme institutionnel, avec pouvoir délibératif, à tous les éche­lons : depuis le synode inter-rituel des Evêques du même pays, jusqu’au synode inter-rituel des Patriarches eux-mêmes »; Ibidetn, 198. 22 OE n° 4 : « [...] Hierarchae vero variarum Ecclesiarum particularium in eodem territorio iurisdictionem obtinentes, curent, collatis consiliis in periodicis conventibus, unitatem actionis fovere, et, viribus unitis, commu­nia adiuvare opera ad bonum religionis expeditius promovendum et cleri disciplinam efficacius tuendam.» II c. 4 dei MP Cleri Sanctitati fu indicato come fonte dei paragrafo. Notiamo ehe le traduzioni italianc e francese traducono la parola “Hierarchae” con “Gerarchie”, “Hiérarchies”. II Concilio Vaticano II, Documenti, a cura dei Centro Dehoniano, Bologna 1966, 265; Concile œcuménique Vatican II, Consti­tutions, Décrets, Déclarations, Paris 1967, 639.

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