Folia Canonica 12. (2009)

STUDIES - Georges Ruyssen: Forme istituzionali di collaborazione interrituale, ieri ed oggi

FORME ISTITUZIONALI DI COLLABORAZIONE INTERRITUALE... 101 la dispersione di energie, e decidere collegialmente in diversi campi come: l’in- segnamento, la stampa, i mezzi di comunicazione sociale, le opere di carità, le attività sociali e pastorali, il catechismo, l’ecumenismo, i rapporti con le autorità civili e con altre religioni, etc. Perciô il patriarca melchita Maximos IV parlava di una nuova mentalità che corrisponderebbe alle nuove situazioni nella Chie- sa. Diceva che fino ad un tempo recente le varie Chiese orientali erano ripie- gate su se stesse e gelose delle loro prerogative. Visto ehe la varie giurisdizioni non potevano essere unite o soppresse, bisognava unire 1’azione ecclesiale per mezzo dell’uso della collegialità e della sinodalità cosi proprie dell’Oriente23. OE n° 4 è indirizzato ai gerarchi delle varie Chiese particolari, che hanno giurisdizione sullo stesso territorio e non soltanto ai gerarchi del luogo come nel c. 4 del MP Cleri Sanctitati. Il Concilio indica quindi una categoria più ampia di prelati; cioè che la collaborazione raccomandata non deve awenire soltanto fra gerarchi dei luogo nel senso stretto, ma anche fra tutti i gerarchi delle varie Chiese come i patriarchi, i catholicoi, gli arcivescovi e metropoliti. Gli incontri interrituali non si limitano necessariamente ai gerarchi del luogo nel senso stretto dei c. 984/CCEO §224, né si limitano ai soli gerarchi orientali ma includono anche i gerarchi latini ehe esercitano la loro giurisdizione sullo stesso territorio25. La clausola “inter diversi ritus clericos” del c. 4 del MP Cleri Sanctitati viene soppressa secondo lo spirito ehe la collaborazione interrituale non si limita al clero dei diversi riti, ma si indirizza prima di tutto ai gerarchi stessi. Il cambiamento più importante è ehe la collaborazione interrituale viene espressa “in periodicis conventibus”, cioè tramite incontri o raduni periodici. Quindi non bastano — come lo faceva pensare il c. 4 dei MP Cleri Sanctitati — degli incontri sporadici o particolari. OE n° 4 impone una periodicità nel sen­so che gli incontri dei gerarchi assumono ora una forma istituzionalizzata. “Implica quindi una loro organizzazione e sollecita una partecipazione gen­erale”26. I gerarchi sono obbligati a tenere periodicamente tali incontri inter­23 Acta Synodalia, vol. Ill, pars 5, Congregationes generales CIII-CXI, Typis Polyglottis Vaticanis 1975, 876. 24 « Certains ont pensé que ces sortes de réunions interrituelles étaient réservées aux Ordinaires du lieu proprement dits. Ils ont suggéré que les Patriarches tiennent entre eux des réunions inter­rituelles et interpatriarcales, mais ne se joignent pas aux réunions interrituelles de l’épiscopat. [...] Cette solution a été jusqu’ici rejetée et nous pensons qu’elle ne cadre pas avec le texte et l’esprit du Concile. Le décret conciliaire a intentionnellement évité le mot Hiérarques du lieu, afin d’ouvrir la collaboration interrituelle à tous les échelons de la hiérarchie. En outre, qu’est-ce qu’un Patriarche sinon le premier Hiérarque d’une Eglise particulière, celui qui est chargé précisément de présider et de coordonner l’activité collégiale de l’épiscopat ? » Edelby — Dick, Les Eglises (nt. 4), 201—202. Questa lettura fata da Mgr Edelby viene confermata dalla definizione del termine “Hierarchae’’ nel c. 984/CCEO §1. 2 Questo era già previsto dal c. 15 del MP Cleri Sanctitati e dal c. 303 §2 del MP Postquam Apostolicis Litteris, cf. supra. 26 M. Brogi, Sinodi patriarcali, assemblée e conferenze episcopali di rito orientale, in Antonianum 51 (1976) 257.

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