Folia Canonica 11. (2008)

PROCEEDINGS OF TENTH INTERNATIONAL CONFERENCE. "Questioni attuali intorno al Battesimo" Budapest, 4th February 2008 - Agostino Montan, "Formule teologiche": Variabilita e limiti nella dottrina e diritto sacramentale

186 AGOSTINO MONTAN orientali1. Cito ancora dal decreto sulTecumenismo: «Cio che sopra è stato det- to circa la legittima diversità, ci piacé dichiararlo pure della diversa enunci- azione teologica delle dottrine. Infatti nell’indagare la verità rivelata in Oriente e in Occidente furono usati metodi e prospettive diversi per giungere a conoscere e a confessare le realtà divine. Non fa quindi meraviglia ehe alcuni aspetti del mistero rivelato siano talvolta percepiti in modo più adatto e siano posti in migliore luce dall’uno ehe non dall’altro, cosicché si puô dire allora ehe quelle varie formule teologiche non di rado si completino tra loro, piuttosto che opporsi» (n. 17). A questo punto il decreto conciliare pone i requisiti in base ai quali le «tradizioni teologiche degli orientali» sono riconosciute come autentiche: «Per ciô ehe riguarda le autentiche tradizioni teologiche degli orientali, bisogna ri- conoscere che esse sono eccellentemente radicate nella sacra Scrittura, sono colti- vate ed espresse dalia vita liturgica, sono alimentate dalla viva tradizione apostoli- ca, dagli scritti dei Padri e degli scrittori ascetici orientali e tendono a una retta impostazione della vita, anzi alla piena contemplazione della verità cristiana» (ivi). Si ammette, dunque, ehe l’unità della fede, correttamente fondata e defini­ta, non è contraddetta dal pluralismo teologico, o, detto in termini positivi, c’è un pluralismo liturgico, teologico e disciplinare compatibile con l’unico mis­tero rivelato. Ciô che viene detto nel confronto tra Oriente ortodosso e Occidente cat- tolico, va esteso alia tradizione liturgica, aile formule teologiche e alla disciplina giuridica, ehe troviamo nella Chiesa cattolica. Si legge in un documento della Commissione Teologica Intemazionale: «L’unità e la pluralità dell’espressione della fede hanno il loro fondamento ultimo nel mistero stesso di Cristo, ehe, pur essendo mistero di ricapitolazione e di riconciliazione universale, sorpassa le possibilità d’espressione di qualsiasi epoca della storia, sottraendosi con ciô stes­so ad ogni sistematizzazione esaustiva»2. II testo indica il fondamento ultimo dell’unità della fede e del pluralismo teologico e nello stesso tempo riconosce la legittimità del pluralismo. Quanto affermato dal decreto Unitatis redintegratio, nn. 14-17, âpre un inter­essante confronto tra il diritto canonico delle Chiese ortodosse e il diritto canonico della Chiesa cattolica d’occidente. E importante sapere se le diversità che si riscontrano nelle discipline delle due diverse Chiese, siano sempre com- plementari tra loro — corne il decreto sembra affermare al n. 17 per le formule teologiche — o se talvolta esse non si oppongano tra loro in modo irriducibile3. 1 E. Lanne, Formule teologiche degli orientali, in Dizionarío de! Concilio ecumenico Vaticano II, T. Fe- DERICI (a cura di), Roma 1969, 1157—1161. 2 Commissione Teologica Internazionale, L’unità della Jede e il pluralismo teologico [1972], in CTI, Documenti, 1969—2004, Bologna 2004, 44. 3 Cf. P. Erdő, Rigidità ed elasticità delle strutture normative nel dialogo ecumenico, in PONTIFICIO CON- SIGLIO PER I Testi Legislativi, La legge canonica nella vita della Chiesa. Indagine e prospettive nel segno del recente Magistero pontificio, Atti del Convegno di studio tenuto nel XXV Anniversario della promul- gazione del Codice di diritto canonico 24-25 gennaio 2008, Città del Vaticano 2008, 147-178.

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