Folia Canonica 11. (2008)
STUDIES - Card. Péter Erdő: Rigidita ed elasticita delle strutture normative nel dialogo ecumenico
12 CARD. PÉTER ERDŐ Chiesa19. Nella Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis, emanata dalla Sacra Congregazione per l’Educazione Cattolica il 6 gennaio 197020, tenendo presente la dottrina di Paolo VI circa il ministero dei diritto nella Chiesa, vengono formulate le nouve linee direttrici per 1’insegnamento dei diritto canonico. Si richiese ehe il “diritto canonico sia insegnato tenendo conto del mistero della Chiesa, dal Concilio Vaticano II più profondamente scrutato. NelTesporre i principi e le leggi si dovrà, tra 1’altro, far vedere come tutto l’ordinamento e la disciplina ecclesiastica debbano essere rispondenti alla volontà salvifica di Dio, cercando in tutto il bene delle anime”21. Dato ehe lo studio dei diritto canonico comincava ad essere trascurato dagli studenti di teológia, la medesima Congregazione ha mandato una lettere circolare (Postremis hisce annis) agli ordinari diocesani e religiosi e ai rettori dei seminari e dei collegi dei religiosi22, nella quale riafferma la necessità del diritto canonico e prescrive che la cattedra di diritto canonico non manchi in nessun seminario e nessuna facoltà di teológia, e ehe questa disciplina sia obbligatoria. S prescrive in öltre di spiegare le basi teolo- giche dei diritto canonico e die singoli istituti giuridici23. La necessità de la for- mazione teologica dei futuri canonisti veniva ribadita sia dalla costituzione apostolica Sapentia Christiana di Giovanni Paolo II24, sia dalle ordinationes della Sacra Congregazione per l’Educazione Cattolica, emanate per la sua eseeuzio- ne25, ma sopratutto nelle regole più recenti che trasformano l’ordine degli studi delle facoltà di diritto canonico proprio per rinforzare la formazione teologica dei canonisti26. c. Il ruolo dei criteri teologici nell’applicazione del diritto canonico codificato e la flessibilità deli’brdinamento canonico L’importanza della teológia per il canonista discende non soltanto della necessità di una comprensione migliore della realtà della Chiesa, ma anche delfimprescindibilità della teológia nell’applicazione pratica del diritto canonico. Il sistema del diritto creato o dichiarato dalle au tori tà ecclesiastiche è infatti aperto verso altri livelli della realtà. Cosi è possibile l’applicazione diretta del cosidetto diritto divino positivo o naturale anche senza canonizzazione. Era 19 Dell’insegnamento di Paolo VI sul diritto canonico vedi per es. R. Epp-C. Lefebvre-R. Metz, Le droit et les institutions de l’Eglise cattolique latinede la fin du XVIII' siede a 1978. Sources, communauté chrétienne et hiérarchie (Histoire du Droit et des Institutions de l’Eglise en Occident XVI), Paris 1981 333—336 ; E. Cappellini, Il diritto canonico nel magistero di Paolo VI, in Problemi e prospettive di diritto canonico, a cura di E. Cappellini, Brescia 1977, 9—49. 20 AAS 62 (1970) 321-384. 21 Nr. 73, ivi 372. Traduzione italiana: Enchiridion Vaticanum, III, Bologna 1977, 1194, nr. 1921. 22 Litt. Cire, part., 2 aprile 1975, in Leges Ecclesiae post Codicem Iuris canonici editae, ed. X. Ochoa, V, Roma 1980, 7012-7016. 23 Ivi nr. 2. 24 15 aprile 1979, in AAS 71 (1979) 469-499. 25 29 aprile 1979, in AAS 71 (1979) 500-521. 26 C. per l’Educazione Cattolica, Deer. Now codice, 2 settembre 2002, in AAS 95 (2003) 281—285.