Folia Canonica 10. (2007)

STUDIES - Dimitrios Salachas: Conciliarita e autorita nella Chiesa - Il concetto del Protos tra i vescovi a diversi livelli nel documento di Ravenna (13 ottobre 2007)

CONCILIARITÀ E AUTORITÀ NELLA CHIESA 29 manifesta nei sinodi di una provincia, regione o patriarcato: «In questo modo alcu- neprovince ecclesiastiche sono pervenute a rafforzare i loro legami di responsa- bilità comune. Cio costituisce uno dei fattori ehe, nella storia delle nostre Chiese, hanno condotto alla costituzione dei patriarcati. I sinodi patriarcali sono gover- nati dagli stessi principi ecclesiologici e dalle siesse norme canoniche dei sinodi provinciali» (documento di Ravenna, n. 28). L’istituzione patriarcale non ha abro­gato 1 ’ istituzione delle province metropolitane; un patriarcato è composto, di rego- la, di più province metropolitane. Il Patriarca è il Protos tra i Protoi delle province metropolitane; l’autorità patriarcale è sovrametropolitana. Il CCEO, can. 56, defï- nisce il Patriarca corne «un Vescovo a cui compete la potestà su tutti i Vescovi, non esclusi i Metropoliti, e su tutti gli altri fedeli cristiani della Chiesa a cui presiede, a norma del diritto approvato dalla suprema autorité della Chiesa». 3. Il Protos a livello della Chiesa universale La Chiesa una e unica si identifica con la koinônia delle Chiese locali che ce- lebrano l’Eucaristia nell’ortodossia della fede e nella piena comunione ecclesia- le gerarchica. Cosi la Chiesa universale è una comunione di diverse Chiese loca­li. Ogni Chiesa locale deve riconoscere nelle altre Chiese locali l’identità del mi- stero professato e celebrato della Chiesa una e unica. E cosi ehe si concepisce la cattolicità della Chiesa ehe si manifesta in tutte le forme di comunione. Il problema è come realizzare, articolare, strutturare questa comunione eccle- siale e gerarchica tra le Chiese locali, per renderla una “realtà organica”, che ri- chiede forma giuridica e insieme è animata della carità. A partire dalla struttura- zione della Chiesa locale, l’esperienza vissuta dalle Chiese locali nel primo mil- lennio offre elementi utili. Owiamente, il can. 34 degli Apostoli non sembra che si possa essere applicato al Protos della Chiesa universale nel primo millennio, ma puô essere di ispirazione per la comprensione dei suo ministero universale. La terza parte dei documento di Ravenna si riferisce in fine al Protos nella Chiesa universale nel primo millennio, cioè al Vescovo di Roma: «Durante il primo millennio, la comunione universale delle Chiese, nel normale svolgersi degli eventi, fu mantenuta attraverso le relazionifraterne tra i Vescovi. Tali relazioni dei Vescovi tra di loro, tra i Vescovi ed i loro rispettiviprotoi, e an­che tra gli stessi protoi nell 'ordine (taxis) canonico testimoniato dalla Chiesa an­tica, hanno nutrito e consolidato la comunione ecclesiale. La storia regis tra con- sultazioni, lettere ed appelli alle principali sedi, specialmente alla sede di Roma, che esprimonopalesemente la solidarietà creata dalla koinonia. Disposizioni ca­noniche quali l 'inserimento nei dittici dei nomi dei Vescovi delle sedi principali, e la comunicazione della professione di fede agli altri patriarchi in occasione di elezioni, erano espressioni concrete di koinonia» (documento di Ravenna, n. 40).

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