Folia Canonica 9. (2006)

STUDIES - Carlos Larrainzar: L'edizione critica del decreto di Graziano

L’EDIZIONE CRITICA DEL DECRETO DI GRAZIANO 79 che considero fondamentale per la comprensione del processo di elaborazione dell’opera grazianea e anche del manoscritto Fd. Questo codice consta in effetti di una “prima parte” di poco più di 100 fogli, fogli lr-104ra, copiati da una mano - in realtà sono diversi copisti, forse di un solo scriptorium - ehe trascrive una breve Concordia antica: è la mano A. In un momento successivo, un’altra mano distinta - che ho chiamato mano B: in que­sto caso si, un solo copista - trascrive blocchi di nuove aucto/itates e dicta for­mando una singolare collezione di testi, indipendente e tuttavia complementare a questa Concordia: ho definito 1’insieme di questi testi “collezione” di Addizio- ni bolognesi o semplicemente additiones bononienses, le quali occupano i fogli 104rb-167vb. Questo secondo insieme di testi viene organizzato in serie conuna certa unità sistematica, precedute dai rispettivi paragrafi nei quali si fraziona la nota introduzione In prima parte agitur. Orbene, il dato ehe mi preme sottolineare è questo: affermo ehe i due elemen­ti dei manoscritto Fd sono indipendenti Puno dalPaltro o, detto in altro modo, la “collezione di addizioni” della seconda parte di Fd è una collezione autonoma a se. Non si tratta di complementi specifici della “prima parte” dei codice fiorenti- no, ehe si possano supporre copiati alia vista di un modello dei Decreto esteso o divulgato, nel XII secolo avanzato, per integrare e portare a compimento questa prima parte e ottenere cosi 1’opera completa. L’esame della totalità dei testi di questa “collezione di additiones bononienses”, il modo in cui essa è copiata, le sue integrazioni e le contraddizioni con 1’insieme dei testi e delle addizioni ehe compaiono nella prima parte di Fd, e perfino con il contenuto dei Decreto secon­do 1 ’edizione di Friedberg inducono a queste conclusioni.20 Rudolf Weigand non aussi peu convaincantes” (p.224). Perché dobbiamo accettare (ossia credere sulla parola) un’affermazione cosi generica? Non è forse questo un modo per screditare la ricerca altrui nel suocomplesso? Basterebbeesaminare labibliografiasopraC.19 q.2c.2, tragli altri luoghi ehe ho considerato nel mio studio, per accorgersi ehe Fd è un codice davvero singolare, e non solo uno in più tra le decine di manoscritti dei Decretum Gratiani del secolo XII che conosciamo; altri hanno seguito in effetti questa strada. E, d’altra parte, la sua “critica” alla mia datazione del codice Fdè la caricatura di alcune idee ingenue e stupide, che non riflettono affatto quanto è esposto nel mio studio: la sua riflessione contiene errori assai vistosi nell’assimilazione dei dati della mia ricerca, in tutto simili a quelli ehe già sono presenti nella sua monográfia (si veda sopra la nota 9), per quanto ora li riconosca come tali nelle note a pie’ di pagina, quasi banaliz- zando la loro importanza (214 nota 10). Penso infine ehe le mie analisi sopra Fr/meritino mag- giore attenzione, e anche maggiore rigore di quello dimostrato da Anders Winroth nella sua singolare “critica”. 20 Rimando l’esposizione dell’insiemedi questi dati aun’altra occasione, poiché è impossi­bile compendiare in poche linee centinaia di collazioni e verifiche. Il solo fatto della riproposi- zione, nella “collezione” di additiones bononienses, di autorità ehe compaiono nella Concor­dia della prima parte di Fdè di per séun indiziodel fatto ehe questa “seconda parte” del codice non fu composta per completare “ciô ehe mancava” nella prima parte. E questa affermazione vale tanto per i testi che fanno parte dei corpo di questa Concordia, quanto per gli altri ehe si

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