Folia Canonica 9. (2006)

STUDIES - Carlos Larrainzar: L'edizione critica del decreto di Graziano

80 CARLOS LARRAINZAR ebbe mai coscienza di questo fatto perché, come ebbe a confessare per iscritto, non aveva studiato il codice fiorentino nella sua intégrité e inoltre maneggiava una copia microfilmata molto difettosa. Se le cose stanno cosi, si comprende allora ehe la versioné del Decretum di Fd è il “risultato intelligente” dell’integrazione dei testi di questi due elementi indi- pendenti, ehe sono stati copiati nello stesso codice: un’opera che si realizza me­diante la fusione di questi due pezzi, inizialmente separati, fatta da un’altra mano, distinta sia da A che da B, ehe a sua volta modifica la testualità di alcíme auctoritates e dicta: fino a un totale di 250 modifiche e più. E, certamente, non è la mano di un copista, poiché agisce da “proprietario” dei codice, e ancora come dominus dei testo, correggendo la sua testualità nei dettagli: è quella che ho chia- mato mano G. Senza dubbio, tra le decine di codici conservati, Fd è un esemplare del Decre­to davvero singolare, assolutamente originale: tanto originale e singolare che in un certo senso l’ho considerato l’“originale” della tradizione manoscritta dei De­creto divulgato, poiché la sua testualità risale fondamentalmente a questo tipo di composizione. Fd é ad oggi Punico codice che mostra il modo originale di com- posizione dei Decretum grazianeo. Le conversazioni con Titus Lenherr di questi giorni mi hanno aiutato a esplicitare queste sfumature dei mio pensiero, poiché pare che altre espressioni risultino troppo forti per alcuni. II fatto è che solo in questo senso - in un senso abbastanza diverso da come si parierebbe, per esem- pio, del “manoscritto originale” di un autore dei Rinascimento moderno — si puó pariare di Fd come deli’“originale” deli’opera. Chiarito questo, oggi voglio pro- durre e commentare dei dati nuovi sui manoscritto Bc, ehe mostrano la sua con- vergenza con Fd sotto questo punto di vista. 7. La descrizione più précisa ad oggi pubblicata della struttura del codice di Barcellona fu fatta nel 1992 da Alberto Torra, allora vicedirettore deli’Archivio della Corona di Aragona. I suoi dati sono quelli che ripete Anders Winroth nella sua famosa monográfia sui Decreto di Graziano, aggiungendo una sommaria de­scrizione di alcuni contenuti. Secondo la descrizione di Torra Bc consta di 178 trovano nei suoi margini, e molto più per gli altri che sono additiones marginali nella collectio o ehe non saranno mai incorporati al Decretum di Graziano, almeno nei luoghi indicati in Fd. Non sonopochi i testi ehe si trovano in più luoghi diversi: cf. peresempio D.50c.45 et d.p.c.45 (11 Ivb), D.51 c.4 (112rb), C.6 q.l cc.3-4(129va), C.17 q.2 c.3 (142rb), C.22 c.4 c.19 §1 Tri­bus siquidem modis - postquam audierint contradicentibus (145vb), C.24 q.3 ce. 10-11 et cc. 13-21 et cc.23-25 ( 150vb-151 ra), C.25 q.2 c.3-6 y C. 16 q.6 c.7 [8] ( 152ra), C.32 q. 1 d.p.c.4 et C.5 (156vab). La mancanza di una organizzazione di questa collectio secondo il sistema di distinctiones e quaestiones delle Causae è inoltre un altro importante indizio della sua indi- pendenza - e anche della sua antichità - rispetto ai codici con un Decretum standardizzato e ben organizzato, corne si puó dedurre dal confronto con la composizione di Aa (si veda sotto la nota 27).

Next

/
Oldalképek
Tartalom