Folia Canonica 9. (2006)

STUDIES - Carlos Larrainzar: L'edizione critica del decreto di Graziano

L’EDIZIONE CRITICA DEL DECRETO DI GRAZIANO 77 studio sopra C.7.17 Curiosamente alcuni dubbi che la Sommar manifesta sull’antichità di Sg derivano da un’erronea trascrizione del manoscritto svizzero o da altre “verdrehe” inesatte.18 Le iniziali reticenze mostrate da Titus Lenherr e pure da Anders Winroth in ordine alle mie prime valutazioni del codice di San Gallo non mi sembrano fondate corne le verifiche e i molteplici dati prodotti in questi altri contributi sopra il manoscritto Sg, dove, penso, si trovano argomenti solidi e sufficienti per provare 1 ’ antichità della sua redazione e, soprattutto, la sua “impossibile derivazione” dal gruppo di codici AaBcFdPPfr in una mera pro- spettiva filologica. 5. Aggiungo ora che Sg, per quanto sia un testimone della redazione più anti­ca, è tuttavia un codice secondario: non puô derivare dal gruppo FdBcAaPPfr, pero molto probabilmente condivide con questi codici un modello comune e, di- fatti, in tutti questi manoscritti è possibile trovare tracce di redazioni più antiche; per esempio in C. 13. Per questa ragione il solo fatto ehe Sg esista permette di ret- tificare tutte le spiegazioni sopra la formazione letteraria delTopera grazianea nelTottica di due sole “recensioni”, diverse e contrapposte; mostrando che, in ef­17 Cf. B. Basdevant-Gaudemet, ‘Les désignations épiscopales d’après les versions suc­cessives du Décret de Gratien’, in Studia Canonica 37 (2003) 55-98 e M. Sommar, ‘Gratian’s Causa VII and the Multiple Recension Theories’, in BMCL 24 (2000) 78-96. II lavoro di Mary Sommar suscita tuttavia alcíme obiezioni (si veda sotto nota 18), e si dovranno dunque riesaminare le sue verifiche e le sue valutazioni. 18 In due errori assai vistosi incorre Sommar quando esamina Sg (cf. sopra nota 17), trascri- vendo C.7 q.l d.p.c.44 e commentando quindi: “The inscription of c. 45 provides some very interesting information for our purposes. Instead of giving the year as ccc.lxxx.viii, as it is fo­und in the other MSS, the Sg says ccc.lxxx.t’u-. This, of course, makes no sense, and appears to be a transcription error. But it does strongly suggest an error in copying to the Sg from another MS, rather than a first draft with a very peculiar entry” (p. 87); nella nota 28 alla sua espressio- n efrom another MS non menziona nessun altro manoscritto tra quelli ehe aveva trovato; della cifra 388, poi, si limita a dire: “Although the Council of Constantinople from wich this capitu­lum was taken, the so called Photian Synod, took place in 879”. La realtà è che, per un verso, ella confonde la data del sinodo - l’anno 879 - con il numero dei Padri - 383, appunto - che parteciparono a questa riunione sinodale, aumentando poi la cifra a 388. Per altro verso, la sua proposta di trascrizione di Sg (p.84a) risulta assurda, poiché chiaramente il codice, a una cor- retta lettura, dice tertium: ‘ccclxxx tertium’, ove il vocabolo è abbreviato secondo gli usi abi- tuali (cioè collocando i segni di abbreviazione sopra la ‘t’ e sopra la ‘u’). I codici utilizzati da Friedberg {edF 1.584) contengono tutti questa iscrizione: Unde in quinta actione Constantino- politanae Sinodi, CCCLXXXIII. Patrum, sub VIII. Iohanne Papa, cui prefuit Petrus presbiter cardinalis, et Paulus Anchonitanus episcopus, et Eugenius Hostiensis episcopus, apocrisarii Papae dixerunt. E coincide sostanzialmente con il Decretum di Ivo: ID 7.149, come già avver- tirono i correctores romani. È anche l’iscrizione di TrA2.13( 16).2, di 9L (MS Archivio S. Pie­tro C. 118) 4.8 add. 1 e perfino della Collectio Catalaunensis I 9.46. In proposito cf. L. Fowler-Magerl, "Clavis Canonum ”. Selected Canon Law Collections before 1140. Access with data processing, 'mMonumenta Germaniae Historica. Hilfsmittel2\ (Hannover 2005).

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