Folia Canonica 8. (2005)
STUDIES - Orazio Condorelli: Coesistenza di comunita di rito diverso nel medesimo territorio: principi canonici e frammenti di esperienze
COESISTENZA DI COMUNITÀ DI RITO DIVERSO NEL MEDESIMO TERRITORIO 19 di Venezia, sottoponendola immediatamente alla Sede Apostolica33; nel 1542 il privilegio fu revocato da Paolo III34, il quale, tuttavia, solo sette anni dopo riporté in vigore il regime più favorevole introdotto da Leone X35. Tra il 1564 e il 1566 le disposizioni generali di Pio IV e Pio V, più sopra menzionate, inaugura- rono il nuovo regime secondo il quale i Greci vennero sottoposti la giurisdizione degli ordinari locali. Ma fu proprio nei decenni successivi che a Venezia si assi- stette ad alcune vicende che caratterizzano in modo singolare la storia della co- munità greca cittadina. Nel 1577 Gabriele Seviros, parroco di S. Giorgio dei Greci, era stato consacrato metropolita di Filadelfia dal patriarca di Costantino- poli; invece di dirigersi a Creta, dove era destinato, fu trattenuto nella città lagu- nare dal governo della Repubblica36. Rimasto, nel nuovo ufficio di arcivescovo, al servizio della comunità greca cittadina, guadagnô presto il favore dell’autorité civile, la quale convinse il patriarca a non richiamarlo in sede ma a lasciarlo a Venezia. Con lui ebbe inizio la serie degli arcivescovi greci che, con il titolo di Filadelfia, svolgevano le loro funzioni al servizio della comunità greca di Venezia37. Eletti dalia Confraternita e sovvenzionati col denaro pubblico, ricevevano la consacrazione, o erano comunque approvati, dal patriarca di Costantinopoli. Gli arcivescovi veneziani di Filadelfia si mantenevano dunque in comunione con il patriarca ecumenico, mentre non riconoscevano, almeno di fatto, l’autorità della Sede Romana38. Ciô è tanto vero che un lungo periodo di disordine si apri allor- ché il metropolita Melezio Tipaldos, eletto nel 1685, intomo al 1700 si sottomise a Roma, sottoscrivendo la professione di fede cattolica. Dal 1709 la Repubblica cominciô a pretendere la medesima professione anche dai parroci di S. Giorgio, 33 Leone X, bolla Licet nuper dei 18maggio 1514: ed. in Plumidis, Ai ßcnAX.ai rûv Fla- ticûiîv, cit., 238 s.; una seconda bolla, dello stesso tenore, è del 3 giugno 1514; le disposizioni di Leone X vennero confermate da Clemente VII nel 1526: Fedalto, Ricerche storiche, cit., 44 s., 57 s. 34Paolo III, bolla Dudum del 6 marzo 1542: ed. in Plumidis, Al ßovV.ai xûv IIajKüfiv> cit., 245-250. 35Paolo III, bolla del 22 giugno 1549, pubblicata da F. CORNER, Ecclesiae venetae antiquis monumentis nunc etiam primum editis illustratae..., t. XII, Venetiis 1749, 376-379; si legge anche nella Appendix ad Bullarium Pontificium S. Congregationis de Propaganda Fide, I, Romae s.a., 32-36. 36 Sulla sua figura v. ora i saggi raccolti nel volume Gavriil Seviros, arcivescovo di Filadelfia a Venezia, e la sua epoca. Atti della Giornata di studio dedicata alia memoria di Manussos Manussacas (Venezia, 26 settembre 2003), D.G. Apostolopulos (cur.), (Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Postbizantini di Venezia, Convegni 9), Venezia 2004. 37 SulPargomento v. Io specifico studio di MANUSSACAS, La comunità greca di Venezia e gli arcivescovi di Filadelfia, cit. 38 Con tutte le sfumature relative alie diverse persone e situazioni: Fedalto, Ricerche storiche, cit., 98-107; MANUSSACAS, La comunità greca di Venezia e gli arcivescovi di Filadelfia, cit., 65 s.