Folia Canonica 8. (2005)

STUDIES - Orazio Condorelli: Coesistenza di comunita di rito diverso nel medesimo territorio: principi canonici e frammenti di esperienze

20 ORAZIO CONDORELLI sollevando vive le proteste della comunità greca. Melezio fu deposto dal patriar- ca di Costantinopoli nel 1712, e mori l’anno successivo. Nessuno voile succe- dergli, anzi la nuova politica restrittiva dei governo veneziano diede impulso a una diaspora dei Greci verso altre città italiane. Il disordine si protrasse nei de­cenni successivi. La Repubblica decise di tornare alla tradizionale politica solo pochi anni prima della sua caduta. Nel 1780 fu eletto un metropolita al quale non fu imposto diprofessare fedeltàaRoma: mortonel 1790, fu anche 1’ultimo della serie degli arcivescovi di Fiiadéiba a Venezia. 9. La struttura pastorale prevista nel canone Quoniam del Concilio Latera­nense IV, basata sull’anticliissima regola canonica “un solo vescovo per ogni cit­tà”, costitui per secoli il modello organizzativo di diritto comune a cui 1’azione dei governo ecclesiastico si ispirô nei casi in cui comunità di rito diverso coesi- stevano nel medesimo territorio. Nella precedente esposizione, pur necessaria- mente rapida e frammentaria, si è rilevato come il principio dell’unità di giurisdi- zione non fosse, tuttavia, considerato inderogabile. E i casi non si riducono certo a quelli su cui mi sono soffermato. L’applicazione del principio di unicità della giurisdizione episcopale, per esempio, è stata fortemente condizionata, quanto alle strutture organizzative delle Chiese orientali, daunaplurisecolare esperien- za storica ehe - nell’intreccio di popoli, lingue e riti ehe costituisce la ricchezza deli ’ Orientqcristiano - ha solitamente avuto esito nella coesistenza di gerarchie rituali parallele nel medesimo territorio: fenomeno ehe è possibile riscontrare sia nelle Chiese orientali unite a Roma sia in quelle separate39. In presenza di cause ritenute giuste, secondo le diverse circostanze di tempo, di luogo e di persona, i Pontefici Romani, usando la loro plenitudo potestatis, non esitarono a derogare a detto principio. Per limitarmi ai casi che ho sommariamente trattato, nei secoli intercorrenti fra il Concilio Lateranense IV e il Concilio di Firenze le deroghe si fondarono sull’intenzione di favorire il processo di riunione con Roma delle Chiese separate. Dopo Firenze le deroghe furono dichiaratamente finalizzate al progetto di mantenere in vita le unioni già concluse e di proteggere le comunità orientali, nel loro patrimonio liturgico e disciplinare, di fronte ai tentativi di assi­39 Perun quadro di sintesi si veda la pubblicazione curata dalla Sacra Congregazione per la Chiesa Orientale, Oriente cattolico. Cenni storici e statistiche (Città dei Vaticano 1962). Nell’ambito della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, lo stato attuale dell’intreccio di giuri- sdizioni, tanto in Oriente quanto in Occidente, è puntualmente offerto daWAnnuario Pontifi­cio. Sülle conseguenze canoniche di tali esperienze v. D. Le Tourneau, Le caractère person­nel et territorial de la potestas des Patriarches orientaux, in Folia Canonica 5 (2002) 85-93 (in particolare 86 s.). Alcuni concreti problemi canonici emergenti dalle molteplici e diverse situazioni di comunità orientali in diaspora sono messi in luce daL. Lorusso, Estensione del­la potestà patriarcale in diaspora: designazione dei vescovi, erezione di circoscrizioni eccle- siastiche, clero uxorato, in Nuove terre cit., in corso di pubblicazione.

Next

/
Oldalképek
Tartalom