Folia Canonica 8. (2005)

STUDIES - Orazio Condorelli: Coesistenza di comunita di rito diverso nel medesimo territorio: principi canonici e frammenti di esperienze

COESISTENZA DI COMUNITÀ DI RITO DIVERSO NEL MEDESIMO TERRITORIO 15 rimasto atterrito dalla creatura mostruosa con diversa capita prefigurata da Inno- cenzo III. Piuttosto aveva immaginato l’esistenza di due diversi corpi con due di­verse teste: due diverse chiese particolari coesistenti nel medesimo territorio. 8. Interessanti esperienze di regolamentazione canonica dei rapporti fra co- munità di rito diverso ebbero luogo, soprattutto a partire dal secolo XV, nella Pe- nisola italiana20. Popolazioni viventi secondo il rito greco erano presenti in Italia sin da tempo immemorabile: nel tardo secolo XVI si riteneva ormai trattarsi di Greci appartenenti al rito latino in lingua greca; la loro fedeltà alla Chiesa romá­na era fuor di dubbio21. Nel corso dei secoli comunità greche si erano formate e avevano trovato accoglienza in talune importanti città marinare dedite ai com- merci (Venezia, Ancona, Livorno, Messina, Napoli, Bari, Brindisi etc.). A parti- re dal secolo XV la penisola accolse la diaspora di Greci e Albanesi in fuga dalle loro terre dopo la cadutadell’Impero d’Oriente e la rapida pentrazione dei Turchi nei Balcani. Fedeli alie proprie origini e alla propria lingua, lo erano anche al proprio rito, grazié alla presenza di un clero espresso dalle stesse popolazioni e alia costante azione missionaria e di governo proveniente dalle gerarchie episco­pali rimaste in Oriente. E stato calcolato ehe negli ultimi quattro decenni dei se­colo XVI i fedeli di rito greco fossero in Italia circa 40.000, stanziati prevalente- mente nelle diocesi meridionali e nelle città sopra menzionate. 8.1. Come si è visto nel caso di Caffa, il concilio di Firenze aveva inaugurato una fase di apertura nella politica della Sede Apostolica riguardante i Cristiani d’Oriente. Un regime di particolare favore per i Greci viventi in Italia fu introdot- to da papa Leone X con il breve Accepimus nuper del 18 maggio 152122. Egli 20 Su questi argomenti si vedano gli studi di V. Peri: La Congregazione dei Greci (1573) e i suoi primi documenti, in Studia Gratiana 13 (Collectanea S. Kuttner 3; 1967) 129-256; Id., Chiesa latina e Chiesa greca nell 'Italia postridentina (1564-1596), in La Chiesa Greca in Italia dairVIII al XVIsecolo. Atti del Convegno storico interecclesiale, Bari, 30 aprile - 4 maggio 1969, I—III (Italia Sacra 20), Padova 1973, I 271-469; Id., L’unione della Chiesa Orientale con Roma. II moderno regime canonico occidentale nel suo sviluppo storico, in Ae­vum 58 (1984) 439—498, ora in Id., Orientalis Varietas. Roma e le Chiese d’Oriente, Storia e diritto canonico (Kanonika 4), Roma 1994, 51-141. Sulla particolare vicenda della Chiesa italo albanese v. anche I. Ceffaua, La Chiesa italo-albanese, Chiesa ‘‘sui iuris "?, in Le Chie­se “sui iuris Criteri di individuazione e delimitazione. Atti dei Convegno di Studi svolto a Kosice (Slovacchia), 6-7 marzo 2004, L. OKULIK (cur.), (Studium Generale Marcianum, Isti- tuto di Diritto Canonico San Pio X), Venezia 2005, 193-208 (193-200). 21 Cfr. PERI, L 'unione della Chiesa Orientale con Roma, cit., 117 s. 22 Si puô leggere in G.S. Plumidis, Ai ßoü7Aai xûv na7rcûqv rrepi xûv ’E3Ar|va)v ópOoöóqmv rfjç Bevexiaç (1445-1782), in ©qactupiapaxa 7 (1970) 228-271 (240-244). Sull’argomento S.L. Varnalidis, Le implicazioni del breve “Accepimus nuper" di papa Leo­ne X (18.5. 152!) e dei breve “Romanus Pontifex ” di Papa Pio IV (16/ebbraio 1564) nella vita

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