Folia Canonica 6. (2003)

STUDIES - Dimitrios Salachas: Il sacramento della penitenza nella tradizione canonica orientale e problematiche interecclesiali

138 DIMITRIOS SALACHAS peccato e la disposizione del peccatore alla conversione, e solo allora ordinare il rimedio spirituale appropriato, nel timore ehe, mancando di misura nell’uno e nelPaltro senso, non si ottenga affatto la salute spirituale dei malato, ma l’aggravarsi dellamalattia e della ferita. Owiamente il canone suppone delle dif- ferenze di temperamento e di carattere dei peccatore, materia ehe sarà ripresa e sviluppata, ehe riguarda la maniera d’interrogare il penitente, secondo la condi- zione delle persone. Implicitamente risulta l’obbligo dei confessore di conserva­re il segreto confessionale. c) In questa prospettiva la guarigione è il senso di tutto. Percio, è necessario conoscere la condizione sana dell’uomo, 1’orizzonte dei valore o 1’ideale, e al tempo stesso è indispensabile commisurare alfuomo il cammino dei ristabili- mento. II padre spirituale deve fare una oggettiva diagnosi dei peccatore e dei peccati commessi, esaminando in primo luogo la sua disposizione per rendersi conto se egli tende personalmente verso la salute, o se, al contrario, colla sua con- dotta provoca la propria malattia; dopo ciô il padre spirituale misurerà la miseri­cordia o la severità dausare. Alcune medicine uccidono gli organismi deboli; al- cune persone hanno bisogno di molta e continua cura prima di ritrovare le forze per camminare. Dal canone implicitamente risulta un severo rimprovero contro i confessori inesperti e imprudenti, che uccidono le anime per troppa severità o per troppa condiscendenza, ed una descrizione ed elogio dei buoni confessori. Il penitente malato e il confessore medico si mettono d’accordo sulla medicina, cioè la penitenza, ma la scelta definitiva è fatta dal penitenza dalla sua disponibi­lité e capacità di usare questa medicina. Colui che impone la penitenza non dà quella ehe vuole, né quella ehe si dovrebbe o corrisponderebbe dare, ma quella cire il penitente ha bisogno. Emerge l’idea ehe il confessore prende su di sé il far- dello dei peccati e della responsabilité del penitente. Inoltre la giusta diagnosi della malattia è un arte ardua. Ad esempio il penitente che confessa la perdita del­la verginità, bisogna esaminare in ehe maniera l’ha persa? per fomicazione o per adulterio o per mollizie o contro natura ? d) Corne la malattia del corpo anche quella dell’anima, causata dal peccato, non è semplice nella sua natura, ma complessa e varia, germogliando delle nu­merose ramificazioni del male, a causa delle quali il male si estende e progredi- sce, fino al momento in cui si ferma grazié al potere del medico. Il potere del me­dico spirituale consiste nel perdonare i peccati e riconciliare il peccatore con Dio. La diagnosi spirituale è un’opera ardua. Il confessore spesso è obbligato a procedere ad un interrogatorio serrato a cui il confessore sottopone il penitente. e) II canone conferma il principio generale dettato da San Basilio: La Chiesa di Cristo usa due modi di comportamento per la salvezza delle anime: l’uno è chiamato akribeia, cioè rigore, severa e rigorosa applicazione degli ordinamenti canonici, e l’altro oikonomia, cioè condiscendenza, misericordia, derogazione

Next

/
Oldalképek
Tartalom