Folia Canonica 6. (2003)

STUDIES - Dimitrios Salachas: Il sacramento della penitenza nella tradizione canonica orientale e problematiche interecclesiali

IL SACRAMENTO DELLA PENITENZA NELLA TRADIZIONE CANONICA ORIENTALE 137 ehe cura si prenda nel frattempo dei suo comportamento, se opera in contrasto con l'indicazione deli ’esperto e se aumenta la ferita dell ’anima con I ’uso déllé medicine applicate, e cosi commisurare la misericordia conproporzione. Di fat- to, l ’unico scopo per Iddio e per colui che ha ricevuto l’autorità pastorale è ri- condurre la pecora smarrita, guarirla dal morso dei serpente. Certamente non è loro scopo né sospingerla contro i precipizi della disperazione né rilasciare le redini cosi da provocare rilassatezza di vita e disprezzo; al contrario, in ogni modo-sia attraverso medicinepiù rigorose e stringenti sia attraverso altrepiù leggere e miti - per chi discerne ifrutti dei pentimento e amministra (oiconomia) sapientemente 1’uomo chiamato alio splendore superno (si íratta di) di opporsi alia passione e di lottare per la cicatrizzazione della ferita. Dunque „ dobbiamo applicare tutti e due i metodi, quello deli 'esatta osservanza dei comandamenti (akribeia), e quello della consuetudine, della condiscendenza (oikonomia), ese- guire, a proposito di quelli ehe non accettano la severità, il metodo tradizionale della consuetudine ", come ci insegna san Basilio». Giustamente B. Petrà ritiene splendido e autorevole questo testo ehe dice non solo come il sacerdote deve comportarsi nell’esercizio del sacramento della Pe- nitenza ma come deve essere in tutta la sua azione sacerdotale; esso indica un at- teggiamento o ethos che coincide con 1’essere cristiano, giacché ogni cristiano è chiamato a essere segno e strumento della misericordia di Dio per ogni creatura e a mostrare la verità del suo sconfmato amore32. Questi canoni sono un autentico riassunto della dottrina patristica sui sacra­mento della Penitenza con tutte le sue esigenze pastorali. Si puo ormai intrave- dere degli elementi propriamente sacramentali: a) I ministri sacri (il Vescovo e il presbitero) hanno ricevuto da Dio il potere di sciogliere e di legare. Infatti il canone parla di «coloro che hanno ricevuto da Dio lapotestà di sciogliere e di legare». Il confessore, come medico dell’anima, esercita la sua funzione per opera dello Spirito Santo. La confessione personale e inoltre l’assoluzione costituiscono il mezzo della riconciliazione. Il Signore ha dato la Legge agli uomini per aiutarli a salvarsi, ha stabilito gli angeli come guar- diani degli uomini, ha inviato i profeti, gli apostoli, i vescovi, i presbiteri e i dot- tori per l’insegnamento della dottrina, e come ha mandato i monaci per consolare e ricevere le confessioni dei penitenti. La penitenza è normalmente amministrata dai sacerdoti-monaci. Bisogna notare che ci sono diversi gli atteggiamenti e di- sposizioni di coloro che confessano i peccati segreti e di coloro che li accolgono e li assolvono. b) Il peccatore è visto corne un ammalato nell’anima, e il peccato come una malattia, una ferita, una ulcera spirituale. Per cui il ministro sacro è visto come medico spirituale ehe deve esaminare la gravità della malattia, cioè la qualità del 32 Cf. Petra, op. cit., 72.

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