Folia Canonica 1. (1998)

STUDIES - Péter Antalóczy: Osservazioni critiche circa l'errore di diritto nel consenso matrimoniale (CIC c. 1099)

168 PÉTER ANTALÓCZY errore speculativo, quello che essendo posteriore al consenso non lo incide e per questo rimane soltanto di carattere intellettuale.15 Inoltre 1’errore in parola non influisce l’essenza dei matrimonio, ma solo le conseguenze del consenso,ossia le porpietà essenziali.16 17 Ancora degno di nota, ehe la dottrina di San Tommaso «intentio faciendi vel recipiendi quod Ecclesia dat» con il tempo fu modificato in una presunzione della volontas o intentio generalis et praevalens di contraire il matrimonio secondo la sua istituzione divina. Cosi Verror privatus17 o particularis veniva assorbito nella presunta volontà generale di celebrare il matrimonio valido, di conseguenza 1’errore non poteva avere alcuna rilevanza giuridica.18 L’errore giuridico successivamente dal Card. Gaspari fu denominato «simplex» ed è applicato all’unità del matrimonio.19 La spiegazione seguente illumina per noi il contenuto dell’aggettivo simplex: "il desiderio di sottolineare efficacemente, in modo diremmo quasi plastico, 1’aspetto esclusivamente teoretico di tale errore sia nel suo nascere, come nel suo esaurirsi, e quindi di assoluta astrazione dalla volontà, la quale nel suo movimento verso 1’essenza, debitamente e sufficientemente cono- sciuta, non è sviata dalla conoscenza erronea ehe il soggetto volente ha 15 «Respondetur, quod matrimonium per mutuum consensum contrahitur; error autem infidelis non adiacet illi consensui, sed est circa ea quae illum consequuntur, nempe an sit indissolubile sacramentum; quod autem ratione posterius est, non tollit id quod prius est», in D. SOTO, Commentariorum in IVSententiarum, Veneriis 1585, dist. 3, q. 1., a. 1. 16 Cf. M. Perez de Unanoa, De sancto matrimonii sacramento, Lugduni 1646, disp. 13, sec. 9, n. 1. 17 In questo periodo ancora si usano anche altri termi come «error personae antecedens», «error personae concomitans», «error privatus», «error speculativus», essi esprimonoin modo adeguato l’estraneità dell’error simplex dalla volontà matrimoniale; cf. Berti, L’esclusione (cf. nt. 12), 36. 18 Cf A. Stankiewicz, Errore circa le proprietà e la dignità sacramentale del matrimonio, in Monitor Ecclesiasticus 109 (1984) 473. Riguardo al principio esposto la spiegazione di Benedetto XIV ha una importanza notevole: «Quod si expresse ilia conditio de matrimonio ob adulterim dissolvendo apposita minime fuerit, quantumvis contrahentes in eo fuerint errore, ut matrimonii vinculum per adulterium dissolvi potest, nihilomnius locus et praesumptioni ut, dum matrimonium, prout a Christo institutum est, inire voluerunt, illud omnino perpetuum, ac interveniente etiam adulterio, insolubile contrahere voluerint; praevalente nimirum generali, quam diximus, voluntate de matrimonio iuxta Christi institutionem institutionem ineundo, eaque privatum illum errorem quodam modo absorbente»; Benedictus XIV, De synodo dioecesana, Roma 1767, lib. 13, cap. 23, n. 7. 19 Cf. P. Gasparri, Tractatus canonicus de matrimonio, Paris 1891, II, 19.

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