Szent Benedek-rendi Szent Imre katolikus gimnázium, Pannonhalma, 1941

La giovinezza di alcuni grandi educatori ungheresi Pubblichiamo i seguenti appunti ton la motivazione che per l'edu­catore, il qua le ama la jgioventù, il centro di iritieresse rimane sempre il fanciullo. Anche l'annuario si rivolga anzitutto al fanciullo ! In molti annuari si possono leggere saggi di gran valore scientifico i quali perô sovente lasciano freddi gli alunni. Scriviamo dunque del fanciullo perché quest'argomento s'ta più vicino al mondo dei nostri allievi. Ci puô essere per loro cosa più istru'ttiva délia risposta data alla loro domanda quale fosse stata la ^giovinezza di quei gran caratteri ungheresi, i quali più tardi da educatori délia nazione esercitarono un'influenza trasformatrice? Interessa anche i genitori il piccolo mondo in cui i grandi uomini si sono formati e in cui si sono avviati ad illuminare, ad insegnare, a dirigere con loro spirito e carattere anche dopo la loro morte. È questo pensiero che ci indusse a ritrarre la giovinezza di alcuni grandi educatori valendoci delFautobiografia per l'uno, delle biografie che sono a nostra disposizione per l'altro, oppure delle dichiarazioni dei compagni di scuola contemporanei. Il conte Stefano Széchenyi (Vienna, 179: —1860). Nella formazione del Széchenyi hanno influito maggiormente i suoi genitori. Ciô è afcjestato dalla dichiarazione in cui egli ci la­seiô un bel ricordo del suo amofe e délia sua gratitudine filial! : »Secondo il mio parere non ho ricevuto altra educazione che l'esem­pio dei miei cari genitori.« Questo buon esempio doveva essere ec­cellentissimo. Lo dimostra un'altra dichiarazione del Széchenyi: »Fin dalla culla veniva loro inculcato che si deve operare sempre con onestà sicchè non ebbero mai alcun dubbio sul modo di comr portarsi, perché la retftitudine era diventato la loro seconda natura.« Suo padre gli insegnô prima di tut'to Tattaccamento senza riserve alla Chiesa Cattolica e l'onesto compoi Jtamento che ne deri­vava. Il padre soleva mettere jn rilievo l'impor'tanza délia cq­noscienza di se medesimio e la necessità del controllo delle nostre azioni. Il risultato di questa educazione fu che Széchenyi più tardi si controllo ogni giorno e inotô pure le sue osservazioni. Accanto alla religiosité e all'onestà che ne dériva va, il geni­tore si préoccupé di insegnare al suo figliuolo di essere ;buon ungherese. Francesco Széchenyi affidô a un pedagogo ungherese Peducazione di tutti i suoi figli. Si preoccupô che il figlio imparasse il maggior numero possibile di lingue s träniere e allo stesso tempo, senza stancarsi, fece in modo che egli apprendesse bene anche la lingua ungherese. Il Kazinczy racconta che quando a Vienna era invitato a pranzo presso la famiglia di Francesco Széchenyi, il

Next

/
Oldalképek
Tartalom