Tátrai Vilmos szerk.: A Szépművészeti Múzeum közleményei 92-93.(Budapest, 2000)
FEHÉR, ILDIKÓ: Il ciclo di affreschi allegorici del Palazzo Isidori di Perugia alla luce délie ultime ricerche e restauri
Spelle) e al 1398 (gli affreschi del Sant'Agostino di Perugia), che i nostri affreschi furono dipinti entro queste due date. Pertanto, Previtali accetta le ipotesi di Pigler e Salmi, e cioè che si traita della raffigurazione delle quattro virtù cardinali e le tre virtù teologiche, nonché dei vizi, aggiungendo alcune precisazioni e osservazioni: in base ai frammenti di testo individua il frammento di affresco segnato con il N° d'inv. 1367, corne la Speranza, mentre unisce in una coppia di elementi contrapposti gli affreschi N° d'inv. 1360 e 1362, individuandoli corne le allégorie della Vita attiva e della Vita contemplativa. Aile sette virtù, invece, si unisce una "ottava virtù", la Castità (N° d'inv. 1261 ), nella forma di una figura femminile con un ermellino. In tal modo le otto virtù, assieme ai vizi capitali, possono essere disposte in una composizione simmetrica che, secondo l'ipotesi di Previtali, sono pure otto. Previtali ipotizza che questo ampliamento sia dovuto al collocamento originario degli affreschi nell'intemo del palazzo. La letteratura ulteriore, riguardante questi affreschi, fino a poco tempo fa aveva accettato le attribuzioni di Previtali. 13 Miklós Boskovits, nel manuale pubblicato nel 1973, sostiene che Cola Petruccioli si trasferi da Orvieto a Perugia negli anni 1380-90, assieme a Andrea di Giovanni, compagno di lavoro negli anni 1380 nella decorazione del Duomo di Orvieto, per preparare insieme la decorazione interna di Palazzo Isidori. 14 Dal 1994, grazié alle ricerche archivistiche del professore dell'Università di Perugia, Francesco Federico Mancini e di Cristina Galassi, sappiamo ormai che, contrariamente a ciö che si credeva in passato, a Perugia esiste anche oggi l'edificio di Palazzo Isidori, che nel corso dei secoli XIV e XV apparteneva alla famiglia Corgna il cui ruolo di rilievo nella vita politica di Perugia è documentato a partire dal 1361. 15 Nel saggio scritto da Mancini nel 1997 - che costituisce finora l'analisi più approfondita del tema - la pittura degli affreschi è datata a due decenni più tardi rispetto ai ricercatori sopra citati, ipotizzando una commissione proveniente da un membro notevole della famiglia. Corniolo della Corgna, dopo il 1416 avrebbe commissionato gli affreschi a Policleto di Cola, figlio di Cola Petruccioli, morto nel 1401. Nelle questioni iconografiche Mancini generalmente segue le definizioni di Previtali, perö, similmente a Salmi, individua l'allegoria dell'Amore nella figura femminili che tiene un iris e un giglio (N° d'inv. 1361). Le ricerche archivistiche di Mancini furono completate dalle analisi e ricerche eseguite nel corso del restauro della casa situata a N° 30 di Piazza Morlacchi, a Perugia, e 13 Tátrai, op. cit. (n. 8). 14 Boskovits, op. cit. (n. 8). 15 Questo è l'anno in cui F.F. Mancini ha pubblicato per la prima volta le sue scoperte basate su documenti di archivio: "Quei due affreschi di Budapest 'abitavano' proprio qui" La Nazione. Cronaca di Perugia 07/04/1994. Il ricercatore perugino contestualmentc alla pubblicazione delle fonti, in un saggio sotto stampa, présenta l'analisi più approfondita del tema: La formazione di Benedetto Bonfigli (e alcune considerazioni sulla pittura tardogotica a Perugia) in Benedetto Bonfigli e il suo tempo. Atti del convegno, Perugia 21-22 febbraio 1997, Perugia 1998, 59-74. Sono riconoscente al professor Manicini non solo per la sua gentile disponibilità con cui mi ha inviato il manoscritto del suo saggio, ma anche perché mi ha inviato anche le copie dei documenti originari, finora inediti, poco dopo la loro scoperta, inoltre, anche perché, nell'autunno del 1996, ha voluto condividere con me i suoi pensieri, i dubbi riguardanti la questione delTautore, offrendomi sostegno anche nel mio intento di preparare calcoli e disegni dell'edificio sotto restauro.