Tátrai Vilmos szerk.: A Szépművészeti Múzeum közleményei 92-93.(Budapest, 2000)
FEHÉR, ILDIKÓ: Il ciclo di affreschi allegorici del Palazzo Isidori di Perugia alla luce délie ultime ricerche e restauri
La prima analisi riguardante gli affreschi è il saggio di Mario Salmi, del 1954, in cui l'autore pubblico anche il testo intero delle iscrizioni. 10 Egli definisce la série corne un'opera di basso livello, nata alla stregua della pittura gotica senese, senza individuarne perö il maestro; in base alio stile paragona i dipinti agli affreschi di Palazzo Trinci di Foligno e ne data l'esecuzione all'inizio del XV secolo. Salmi, più conseguente di Pigler, descrive le allégorie corne la raffigurazione frammentaria delle virtù e dei vizi, nonché delle stagioni: Fede (1167), Prudenza (1255), Temperanza (1258), Fortezza (1260), Castità (1261), Mater Ecclesia oppure Sapientia Domini (1262), Giustizia (1357), Speranza (1360), Amore (?) (1361), Ricchezza ( 1363), Povertà (1364). In base all'iscrizione Salmi ritiene che la figura in vestito verde che tiene in mano un mazzo di spighe pure verdi, sia la personificazione dell'Estate (1365) riferendosi, a titolo di analógia, all'affresco senese di Ambrogio Lorenzetti nel Palazzo Pubblico sul quale la figura allegorica dell'Estate tiene pure in mano un mazzo di spighe. Pertanto la mezza figura dell'allegoria dell'Estate del Palazzo Pubblico è completata anche da altri attributi: nella mano destra tiene una falce e il capo è decorato con una corona intrecciata di fiori e piante verdeggianti. Salmi suppone che il cicio di affreschi di Budapest contenga anche la raffigurazione delle quattro stagioni e cosi, oltre all'estate, ipotizza, fra le tredici figure femminili da lui conosciute, anche una Primavera che dovrebbe essere la figura che tiene in mano un mazzo di fiori ( 1362). La figura che secondo il Salmi sarebbe la personificazione della Primavera, in base alia quarta riga dell'iscrizione di questo frammento, perö, dev'essere senza dubbio, la Vita attiva, come lo aveva supposto anche Andor Pigler: "Io so' la vostra Vita Activa". Non possiamo perö eliminare completamente l'idea delle quattro stagioni, giacché siamo in possesso solo di frammenti di questo ciclo di affreschi. D'altra parte i vizi e le virtù compaiono molto raramente assieme alle stagioni." La figura femminile, che porta il N° d'inv. 1361, secondo Salmi è la personificazione di Amore. Come analógia egli adduce un affresco di Assisi che si trova in una delle vele della Basilica inferiore: nella scena del trionfo della Castità compare un piccolo Eros, che fugge con una rama fiorita in mano. Salmi ritiene, riferendosi a questo dipinto, che originariamente, nel ciclo degli affreschi Amore faceva coppia con la Castità che teneva un ermellino. La spiegazione potrebbe essere il pensiero religioso secondo il quale Amore, di carattere profano, che si rifugia nel grembo puro (bianco come la neve) della Castità, potrebbe facilmente mettere in pericolo il fedele sprovveduto. Giovanni Previtali, in un saggio del 1966, ha tentato di definire gli affreschi di Cola di Petruccioli, attivo a Orvieto ed a Perugia tra il 1372 ed il 1401, 12 annoverando tra le sue opere, in base alia critica dello stile, anche le allégorie di Budapest. I dati di archivio rivelano che Cola visse vent'anni a Perugia, città da dove provengono gli affreschi. Previtali suppone, in base a due opere di Cola di Petruccioli, datate al 1385 (il dittico di 10 Salmi, op. cit. (n. 8). " In questa série troviamo 1 'affresco senese del Lorenzetti. Comunque è più fréquente la presenza delle arti liberali assieme ai vizi ed aile virtù, come per esempio nella Cappella Spagnola di Firenze e ncll'ambito della 'Ietteratura sulle virtù' le miniature bolognesi. La rappresentazione della série delle miniature bolognesi è dovuta a L. Coletti: Un affresco, due miniature e tre problemi, F Arte 5, A. XXXVII (1934)101-122. 12 Previtali, op. cit. (n. 8).