Mitteilungen des Österreichischen Staatsarchivs 31. (1978) - Festschrift für Richard Blaas

Umberto CORSINI: II controllo deli’opinione pubblica, della diffusione delle idee e dottrine liberali-nazionali e comuniste nel Trentino, negli anni 1831-1847

II controllo dell’opinione pubblica 203 lismo, e quelle che hanno per téma di considerazioni öltre alia questione ita- liana la questione tedesca, la questione polacca, i rapporti Stato-Chiesa, chiesa cattolica owiamente alia quale 1’Austria resta avvinta: sono le que­stioni dell’assetto politico-territoriale europeo congelato nel Congresso di Vienna e ehe le rivoluzioni del 1830-31 hanno riposto in discussione. Riferire in dettaglio tutte le opere e i periodici segnalati sarebbe troppo lungo; per alcuni di essi non abbiamo, inoltre, trovato altre notizie che quelle date negli atti esplorati. Ma, a solo titolo d’esempio, vogliamo ricordare due casi, uno riferentesi ad una pubblicazione d’oltre Oceano ehe non crediamo di prima importanza, ed un secondo riguardante un pensatore di primo piano nella cultura europea. Nel 1836 si scoperse il contrabbando di „diversi esemplari dell’opuscolo di tenor rivoluzionario sotto il titolo Le piu recenti disposizioni del giorno della Confederazione in Germania . . . sorti colle stampe a Nuova Jork nel maggio dei 1835, venne compilato dalia Societä detta Germania N. 1 e stampato a spese della medesima“ e si raccomanda di attivare „le piü robuste misure precauzionali“ per impedire la sua introduzione negli Stati austriaci23). Nel 1837 sono invece le opere dell’abate francese Francesco Felice de La- mennais ad essere ricercate per la confisca essendo stato giudicato il loro contenuto sommamente pericoloso. Gregorio XVI con 1’enciclica „Mirari vos“ nel 1832, senza nominare né L’Avenir né il Lamennais, aveva perö condan- nato le dottrine della liberta di coscienza, della separazione della Chiesa dallo Stato e dello Stato laico. Ma con la bolla dei 1834 condannö esplicita- mente 1’opera dei Lamennais Paroles d’un croyant con la quale erano contes­tate le istituzioni monarchiche e l’assolutismo24). La censura politica si af- fiancava cosi a quella chiesastica. Anche altre opere di carattere prettamente religioso e chiesastico erano, del resto, segnalate come proibite o pericolose, ed erano quelle che avevano ori­gine dalle Chiese cristiane non cattoliche. Né a queste opere si dava minor rilievo rispetto a quelle di carattere politico. Ce lo conferma una nota della I. R. Direzione Generale della Polizia di Milano25), con la quale si segnala al Capitano Circolare di Trento un girovago sospetto e il sequestro di una ,,cas- setta contenente un riflessibile numero di libri quasi tutti proibiti“ e di essi si citano solo e in particolare „alcune copie della Bibbia, tradotta dal Dioda- ti“26). 23) Ivi, 1836, prot. 31/HI. 24) Ivi: in piü atti del 1837, fasc. in. 25) 1841 giugno 5 n. 3343 P. S. in AST Atti pres. CCT 1841, fasc. HI. 26) Si tratta del teologo calvinista Giovanni Diodati (n. Ginevra 1576, m. ivi 1649). Nel 1607 usciva a Ginevra la I edizione della Sacra Scrittura tradotta in italiano, ehe ebbe larghissima diffusione in tutti i secoli successivi sino ai tempi nostri.

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