Mitteilungen des Österreichischen Staatsarchivs 31. (1978) - Festschrift für Richard Blaas

Umberto CORSINI: II controllo deli’opinione pubblica, della diffusione delle idee e dottrine liberali-nazionali e comuniste nel Trentino, negli anni 1831-1847

204 Umberto Corsini III II Trentino nel periodo tra il 1815 e il 1831 non registrö vivaci moti e fer­menti rivoluzionari e anche il successivo periodo, tra il 1831 e il 1847 fu piu un momento di preparazione, sui piano della cultura, della nuova classe diri­gente liberale ehe una fase di attivitä cospirativa o insurrezionale. Il piu at- tivo rivoluzionario trentino, sui piano del pensiero e della organizzazione, fu quel Gioacchino Prati, esule in Svizzera, Inghilterra e Francia, a contatto con i circoli liberali, carbonari, buonarrotiani e sansimoniani, che perö poco in­flui nell’ambiente trentino, poiché giä dal 1816 aveva dovuto lasciare anche ritalia e nella sua terra non ritornö piú27). A parte alcune altre figure mino­ri, non sono molti quelli ehe si debbano ricordare: un medico, Lorenzo Pa- nizza, implicato attivamente nella cospirazione di Ciro Menotti e nella ri- volta in Mirandola dei 1831; un commerciante, Nicolo Voltolini, uno dei capi della rivoluzione negli Stati Pontifici, nel 1831 ad Ascoli Piceno. Sospetti di diffusione della setta mazziniana ,,La Giovane Italia“ anche nel Trentino, la polizia li aveva avuti e in particolare sui giovane conte Matteo Thun, nel 1834, ma di certo non si scoperse nulla o molto poco28). La quiete politica che nel Trentino era conservata da un contadinato lealista e clericale, da una borghesia modesta e non ancora preparata ad assumere quel ruolo di forza trainante che svilupperä poi nella seconda meta dei seco- lo, da una nobiltä in buona parte legata alie sorti e alie fortune dellTmpero e da un clero nella sua quasi totalitä permeato dallo spirito della Restaurazio- ne, era tuttavia minacciata da un fattore sociale e da un ceto economico non certo inesistente anche negli altri paesi ma ehe nel Trentino, per le partico- lari condizioni cui abbiamo giá accennato, ebbe ad avere rilevante impor- tanza per la circolazione delle idee e per la propaganda delle dottrine libe- ral-costituzionali sino al 1841-42 e in seguito anche per quelle comuniste. La presa suH’opinione pubblica trentina fu molto scarsa; ma il pericolo era stato chiaramente individuate dagli organi politici, di polizia e di censura. Questo ceto economico-sociale, numericamente modesto ma capace per il suo stesso lavoro di venire a contatto con paesi e con ambienti esterni al Trenti­no, era quello degli artigiani o „artisti“ come allora erano detti, dei garzo- ni-artisti, dei venditori girovaghi, dei mercanti ambulanti di varie merci ma in particolare di stampe, immagini sacre e di attualitá, ecc. ecc. Non esis- tendo allora, specialmente nel Tirolo e Trentino, una classe numerosa, co- sciente ed organizzata del proletariate industriale, quella degli artigiani ne teneva le veci. 27) É ora possibile una conoscenza piú completa di questa singolare figura dopo la pubblicazione integrale delle sue memorie: G. Prati An Autobiography, a cura di Ar­mando Saitta, in Annuario dell’lstituto Storico ltaliano per Veta moderna e contem­poranea 17-18 (1965-1966, Roma 1971) 131-314; 19-20 (1967-1968, Roma 1972) 123-374. 28) Umberto Corsini ÍZ Trentino nel secolo XIX (Rovereto 1963) cap. V e VI.

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